È vero che oggi come oggi il gaming è forse l’unica frontiera interessante per l’8K, ma vale davvero la pena investire soldi e risorse solo per avere una risoluzione più elevata?
Tutte le volte che abbiamo parlato di 8K abbiamo delineato quello del gaming come lo scenario più probabile in cui questo formato avrebbe potuto trovare la massima espansione. Considerando infatti la quasi totale assenza di contenuti in 8K tra film e serie TV ed escludendo i contenuti “fai da te” ripresi con smartphone o videocamere top di gamma, il gaming su PC può trovare già oggi l’unico caso d’uso davvero interessante per chi vuole andare oltre il 4K.
C’è però un problema. Con i prezzi odierni delle schede video, allestire un PC capace di far girare anche i titoli più recenti e spettacolari in 8K a 60 fps è tutto tranne che economico, considerando poi la necessità di un TV 8K da almeno 65’’ (i monitor 8K sono infatti ancora pochissimi, costosissimi e con diagonali limitate). Considerando poi che la maggior parte dei gamer gioca ancora oggi su PC a risoluzioni inferiori al 4K (1080p e 1440p), l’8K nei videogiochi appare come qualcosa di lontanissimo e alla portata solo di pochissimi fortunati.
Se poi parliamo di console, l’8K diventa una vera e propria chimera. Già oggi PlayStation 5 e Xbox Series X fanno una fatica incredibile a far girare giochi in 4K nativo a 60 fps e, anche quando lo fanno, spesso c’è di mezzo una risoluzione dinamica che nei tratti più impegnativi scala verso il basso per poter mantenere una fluidità ottimale. È anche vero che, dopo solo un anno e mezzo dalla loro uscita, queste nuove console devono ancora essere sfruttate appieno dagli sviluppatori, ma davvero crediamo che nel 2025 o 2026 PlayStation 5 riuscirà a far girare un gioco in 8K nativo o meno che non sia un indie con 2 poligoni in croce?
Renderizzare un segnale in 8K significa elaborare qualcosa pesante quattro volte un segnale 4K (quattro volte!) e, considerando che solo una manciata di giochi odierni riescono a raggiungere i 4K/60 fps, immaginarsi una console attuale alle prese con l’8K fa quasi ridere. Ce la farà forse un’ipotetica PlayStation 6 nel 2026 o 2027, ma a quel punto molti si saranno già trasferiti stabilmente nel gaming in streaming, dove l’8K sarà altrettanto (se non ancor più) proibitivo.
Pensate poi a tecnologie come il DLSS di Nvidia, il VRR, l’upscaling e la risoluzione dinamica. Già oggi, utilizzandole insieme o sfruttando solo alcune di esse, si riesce ad avere una qualità molto vicina al 4K nativo pur giocando a risoluzioni inferiori (dai 1080p ai 1800p) e senza che ciò richieda un hardware da migliaia di euro. Lo stesso discorso può essere fatto in prospettiva per l’8K, ovvero un upscaling “intelligente” aiutato dall’IA per portare un segnale 4K in uno 8K (non nativo) avendo sotto il cofano molta meno potenza di elaborazione di quanta servirebbe invece per giocare con un rendering 8K nativo.
Ma anche allontanandoci per un attimo dal discorso della potenza e del prezzo d’ingresso per l’8K alla portata di pochi, siamo sicuri che l’evoluzione del gaming passi solo attraverso l’incremento della risoluzione? Lo abbiamo già visto in parte con il 4K. Per tantissimi gamer (e non parliamo per forza di giocatori casuali) il 4K non ha mai contato nulla o comunque non ha mai fatto una grande differenza.
Chi è appassionato di videogiochi e del loro aspetto grafico sa bene che si può giocare benissimo in 1080p e godere di un’esperienza esaltante e soddisfacente. Con il genere degli open-world in netta e continua espansione, già oggi possiamo contare su mondi virtuali dal fascino incredibile (si veda solo Elden Ring, che è tutto tranne che un prodigio di grafica). Nell’immediato futuro vorremmo ancora di più (chi non è rimasto estasiato dalla tech-demo di The Matrix Awakens?), con intere città esplorabili, migliaia di personaggi per strada, una gestione della fisica ultra realistica ed effetti e ray-tracing a tutto spiano.
Se già oggi è difficile (o impossibile su console) avere tutto ciò renderizzato in 4K nativo, averlo in 8K è una vera e propria utopia, almeno da qui a qualche anno. Se poi volete una fluidità che vada oltre i 60 fps, l’orizzonte temporale si allontana ancora di più. Anzi, a dirla tutta potremmo anche non vivere abbastanza per vedere la tecnologia di rendering tradizionale avanzare al punto da poter eseguire i giochi AAA di domani a 8K 240 FPS nativi.
Tornando al pensiero d’apertura, è vero che oggi come oggi il gaming su PC è l’unico ambito in cui (avendo un budget all’altezza) investire in un “hardware 8K” ha senso, ma è altrettanto vero che per vedere questa micro nicchia di appassionati raggiungere dimensioni di massa ci vorranno anni, se non qualche decennio. A ulteriore dimostrazione di come l’8K nel 2022 sia ancora uno slogan di marketing e non una tecnologia e un ecosistema di prodotti pronti a mettere piede nelle case di milioni di persone.
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