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La cura del sistema HIFI: pulizie di primavera – Seconda parte

Nella prima puntata di questo articolo abbiamo visto come prendersi cura in generale del sistema HIFI e delle sorgenti che lo compongono, sia per evitare di far danni all’atto di pulire i delicati componenti sia al fine di mantenerlo in forma smagliante, non solo dal punto di vista estetico ma anche di quello della funzionalità. In questo secondo appuntamento vi diamo qualche consiglio circa amplificazione e diffusori.

 

Eccoci quindi al secondo appuntamento, dove prenderemo in considerazione il cuore pulsante del sistema HIFI – ovvero il sistema di amplificazione – croce e delizia di qualunque appassionato ed i diffusori, interfaccia ultima verso le vostre orecchie.

A stato solido oppure valvole, in classe A, AB, D o quel che volete voi, qualsiasi dispositivo di amplificazione – soprattutto quelli operanti nelle prime due classi di funzionamento citate, le più calorose – dispone di feritoie di aerazione, vere e proprie porte di ingresso per l’odiata polvere.

Come abbiamo già considerato nella scorsa puntata – tranne che non operi in classe D – racchiudere in un mobile l’amplificatore non è effettivamente una buona scelta: la circolazione dell’aria sarebbe inevitabilmente compromessa con conseguenze molto gravi dal punto di vista non solo della stabilità del funzionamento – notoriamente già gravato di suo dalla deriva termica cui qualsiasi dispositivo elettronico soggiace – ma anche dal punto di vista della pratica sicurezza.


Eppure, ho visto parecchie installazioni dove un amplificatore a valvole è posto all’interno di un mobile oppure, sebbene si tratti di un rack apposito, posizionato non sulla sommità ma in un ripiano inferiore, cosa che porta all’inevitabile (e spesso violento) surriscaldamento dell’area posta al di sopra dei dispositivi di uscita; il rischio di incendio o di guasto è concretamente molto elevato.

Il finale McINTOSH MC-275: facile immaginare il calore sviluppato da un simile dispositivo

 

Tra l’altro, esteticamente parlando, un impianto HIFI posto in bella vista ha il suo fascino – purché sia ben inserito in ambiente e non urti di conseguenza il WAF – e le cure necessarie al suo mantenimento non dovrebbero costituire un problema per l’appassionato, anzi, probabilmente rappresentano un piacere.

In ogni caso soluzioni atte a contenere la polvere ce ne sono parecchie: dal coprire con un semplice panno la superficie traforata a quella di intervenire saltuariamente all’interno con la simpatica aria compressa; gli esemplari a valvole, dovendo operare all’aperto, sono i maggiormente esposti, aspetto che richiede una maggiore cura nella loro pulizia. Ed anche qui un morbido pennello di opportune dimensioni ci viene in aiuto, soprattutto quando si debba operare tra gli elementi a vuoto, usualmente disposti a breve distanza tra loro.

Negli anni d’oro dell’HIFI la PANASONIC produceva addirittura un piccolo aspirapolvere dedicato alla pulizia dell’impianto e vi assicuro che non si trattava del solito accessorio per impallinati, era effettivamente utilissimo e consentiva di operare quasi chirurgicamente in base alla tipologia di spazzolina aspirante adoperata, ovviamente fornita a corredo.

E veniamo ai diffusori, oggetti degni della massima attenzione in virtù di molti aspetti caratteristici: finitura estetica lignea o vinilica, altoparlanti con sospensioni in schiuma di poliuretano (meglio nota come foam), gomma butilica/nitrilica oppure tela impregnata, tela di protezione in tessuto ove presente.

Un driver moderno: membrana in carbonio e sospensione in gomma sono i materiali più spesso utilizzati

 

Mantenere pulito un diffusore richiede una certa cura: la tela di protezione serve ad evitare l’accumulo di polvere sugli altoparlanti, le cui membrane e sospensioni possono riempirsi di polvere – non se eviterete di rimuoverla al fine di “sentire” meglio – cosa che si rivela oltremodo seccante in caso le membrane fossero rivestite di quella vernice leggermente appiccicosa come accade in molti casi; un buon pennello sarà anche in questo caso utilissimo per la pulizia della delicata sospensione.

Un diffusore laccato richiede una particolare attenzione al fine di preservarne le originali caratteristiche di brillantezza

 

Circa il mobile, che se vinilico facilita di molto la pulizia – basta un buon prodotto tipo il Quasar Legno che credetemi pulisce a fondo in maniera perfetta – per le versioni in legno (ancor più se pregiato o rifinito con particolare cura), il consiglio è quello di mantenerlo semplicemente pulito, evitando di poggiarci sopra oggetti che possano lasciare segni come il classico bicchiere o – peggio ancora – bruciatori per essenze ambientali o candele.

In ogni caso, mai usare prodotti per legno senza la necessaria perizia e/o conoscenza, sebbene espressamente formulati, se non utilizzati in modo consono possono davvero fare danni irrimediabili.

La morsettiera è altrettanto degna di attenzione, maggiormente per il suo essere nascosta alla vista e spesso dimenticata, vero e proprio ricettacolo per polvere e lanugine, sarà sufficiente un’energica pulita tramite l’apposito ugello dell’aspirapolvere.

Anche i connettori dei diffusori meritano attenzione, polvere e sporcizia possono alterare la corretta trasmissione del segnale

 

Seguendo queste semplici regole – che ogni appassionato dovrebbe avere ben presenti nella propria mente – il vostro sistema HIFI godrà di anni di ineccepibile funzionamento, si manterrà sempre pulito e splendente (aspetto che soddisfa al pari dell’ascolto) ed anche le prestazioni saranno espresse al massimo; a tal proposito rammento che la polvere impedisce il corretto raffreddamento dei dispositivi di amplificazione e dell’elettronica in generale.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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