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Riscoprite la vostra collezione di nastri con un registratore a cassette vintage

cassette registratore usato

Dopo il revival del vinile, è ormai tempo della rinascita delle cassette. Ma come ascoltarle e registrarle nel migliore dei modi? Ecco i consigli per l’acquisto di un buon deck a cassette usato.

Il “disco nero” è ormai da alcuni anni ritornato sulla cresta dell’onda, e ora è arrivato il momento della riscoperta di un altro supporto analogico, a lungo snobbato e finito nel dimenticatoio: la cassetta. O meglio, la “Compact Cassette”, formato brevettato dalla Philips nel 1963.

Le ragioni del crescente interesse verso le musicassette? La nostalgia, sicuramente, da parte della generazione di chi è nato negli anni ’70 (o prima) e vuole tornare a utilizzare oggetti che ricordano la giovinezza, ma non solo. Ci sono anche i più giovani, che attraverso le cassette stanno scoprendo il sound degli anni ’70 e ’80 (magari su nastri registrati all’epoca dai loro genitori), e il piacere di possedere la musica in un formatofisico” compatto e carico di fascino. Per poi acquistare su supporto magnetico anche gli ultimi lavori di artisti del momento, come Harry Styles, Billie Eilish, Lady Gaga e Taylor Swift, che hanno deciso di pubblicare i loro recenti album non solo sui canonici supporti (vinile, CD e formati digitali). Ma se le vendite di cassette hanno raggiunto traguardi importanti, considerando che le vendite mondiali sono quasi raddoppiate, passando da 173.000 unità del 2020 a 343.000 del 2021 (fonte: Luminatedata), il mercato dell’Hi-Fi non ha ancora risposto in modo adeguato.

SE LO VUOI NUOVO… DEVI ACCONTENTARTI

Restringendo il campo ai registratori a cassette da tavolo (quelli che una volta erano presenti in ogni impianto Hi-Fi casalingo) non si può non prendere atto del fatto che chi sia in cerca di un nuovo deck abbia davvero poca scelta. Sul mercato c’è un solo il Teac W 1200 (450 euro circa) e la sua variante pensata per il professionale, ovvero il Tascam 202 MK VII (500 euro circa), che si differenzia solo per le alette metalliche per il fissaggio in un rack. Si tratta però di macchine piuttosto “basiche”, a due testine, privi di Dolby (il più noto dispositivo di riduzione del rumore del nastro), senza possibilità di regolazione della corrente di polarizzazione (il bias) e con lo sportellino per inserire il nastro non motorizzato. Per cui, per avere prestazioni elevate, occorre rivolgersi al vintage.


ANNI ’90: L’ERA D’ORO DEI REGISTRATORI A CASSETTE

Il periodo d’oro dei deck a cassette è senza dubbio quello che va dalla seconda metà degli anni ’80 alla fine dei ’90, in cui la tecnologia era ormai matura, e aveva consentito di raggiungere un livello di qualità nelle registrazioni davvero elevato, quasi incredibile, se pensiamo che negli anni ’60 la risposta in frequenza degli apparecchi era davvero limitata (non superava i 10kHz) e il rapporto segnale/rumore si attestava sui 50db (ovvero… il soffio del nastro era fastidiosissimo!). Senza il bisogno di scomodare i registratori a cassette top di gamma, che sfioravano (e talvolta superavano) i 2 milioni delle vecchie lire, già puntando su quelli di gamma medio-alta (che nuovi costavano tra le 500.000 e un milione di lire) si possono trovare prodotti che possono dare davvero grandi soddisfazioni in termini di prestazioni.

Sebbene le quotazioni siano cresciute negli ultimi due anni, si possono mettere a segno ancora dei buoni affari, specie considerando il prezzo delle alternative sul mercato del nuovo, che, come abbiamo visto prima, sono tutt’altro che economiche. Già con 200/250 euro si può portare a casa un buon registratore, con caratteristiche “importanti”.

Una su tutte, le tre testine, tecnologia che consente di monitorare ciò che si sta registrando sul nastro in tempo reale, e, soprattutto, garantisce, di solito, una migliore qualità rispetto alla soluzione, più economica, delle due testine, in cui una si occupa sia della registrazione sia della riproduzione.

registratore a tre testine

Altri “plus” che troviamo sono il doppio capstan e i due motori, per limitare al minimo i movimenti e le oscillazioni del nastro, e la regolazione del Bias, tramite un potenziometro sul frontale, che consente di adattare l’intensità della premagnetizzazione al tipo di nastro.
Nel corso degli anni, si sono affacciati sul mercato tantissimi costruttori; alcuni si sono specializzati di più in questo settore, come Nakamichi, Teac e Akai; tuttavia, anche marchi come Pioneer, Sony e Technics hanno costruito apparecchi degni di nota. Nella foto di seguito, un valido Teac V3010, prodotto dal 1992 al 1993, che possiamo trovare in vendita a un prezzo medio di 200 euro (ma se l’esemplare è dotato di telecomando e imballo originale i prezzi salgono).

teac v 3000 - 3010

ANNI ’70: IL FASCINO DEI VU-METER

Se, come abbiano detto, gli apparecchi degli anni ’90 sono quelli più interessanti a livello di prestazioni (in quel periodo infatti, state raggiunte le vette della tecnologia applicata ai registratori a cassette), non si può rimanere indifferenti alle macchine costruite nei ’70, cariche di fascino e “povere” di elettronica. Certo, si deve chiudere un occhio su alcune lacune; per esempio, non era prevista la possibilità di utilizzare i nastri metal, i più performanti, non aveva ancora debuttato il Dolby C e le meccaniche non erano servoassistite (questo tipo di soluzione è diventata popolare solo negli anni 80). Ma il fascino dei Vu meters, i frontali in spesso alluminio grigio e le costruzioni massicce fanno ancora sognare gli appassionati. Sul mercato si trova ancora una buona quantità di esemplari, con prezzi a partire da 70-80 euro, ma per macchine raffinate e che hanno fatto la storia, come l’Akai 740, a cui si riferisce la foto qui sotto, occorre stanziare almeno 300 euro.

akai 740

PER IL ROTTO… DELLA CINGHIA

La meccanica di una piastra di registrazione è complessa, e sono svariate le verifiche necessarie da effettuare prima dell’acquisto, per non portarsi a casa un bidone. Oltre allo stato del cabinet e del frontale (controlli visivi da effettuare, peraltro, su qualsiasi tipo di elettronica) occorre focalizzarsi su elementi specifici. Ecco i più importanti (i primi tre si possono eseguire anche ad apparecchio spento).

  • Pinch-roller: Il rullo pressore in gomma aiuta a mantenere il nastro nella posizione corretta, ma può danneggiarlo in modo irreparabile, causandone l’arricciamento, e può essere responsabile di variazioni indesiderate di velocità. Per cui, valutate bene le condizioni del pinch-roller: se la gomma presenta crepe, oppure è eccessivamente dura e con una superficie ormai vetrificata, è da sostituire (si trovano abbastanza facilmente dei ricambi nuovi prodotti da aziende specializzate). Operazione non alla portata di tutti: per cui, preventivate un intervento da parte di un professionista.
  • Testina: Una volta pulita con un cotton fiocc imbevuto di alcol isopropilico, se si notano graffi, piccole cavità, un piccolo “scalino” o zone opache, problemi in vista. Già prima di accendere l’apparecchio, saprete già che non avrete una buona resa sonora: i problemi possono andare dal suono cupo e distorto allo sbilanciamento tra i canali. E dato che il procedimento di revisione delle testine è costoso, e pochi laboratori sono in grado di effettuarlo come si deve, meglio lasciar perdere: orientate la vostra ricerca su un altro esemplare.
registratore a cassette
testine capstan registratore
  • Vano cassette: Se l’apertura è incerta o rumorosa, o lo sportellino ha un gioco elevato, la macchina è stata “maltrattata”; inoltre, gli ingranaggi del meccanismo sono assai difficile da reperire. Anche in questo caso, rivolgete la vostra attenzione altrove: mettetevi in cerca di un registratore a cassette in condizioni migliori.

Ad apparecchio acceso, invece, fate questi controlli:

  1. Se il deck ha il sistema di selezione automatica del tipo di nastro, occorre verificare che funzioni correttamente. Talvolta, le linguette che “riconoscono” la tipologia di cassetta sono spezzate, o, più semplicemente, richiedono di essere pulite o disossidate.
  2. A cassetta inserita, il nastro non avanza premendo “play”, ma il motorino gira? Si tratta del problema più frequente nei registratori vintage: la cinghia che collega il motore principale al volano, negli anni, può essersi deteriorata o addirittura liquefatta. Per fortuna si può cambiare: basta trovare il ricambio adatto (anche in questo caso, ci sono aziende specializzate che li producono ancora). Tuttavia, se la sostituzione della cinghia è un’operazione semplice, lo è molto meno lo smontaggio della meccanica, che si rivela quasi sempre necessaria per procedere: il fai-da-te è alla portata di pochi.
  3. Il contatore dei giri deve funzionare correttamente. Se nelle elettroniche con display digitale questo dispositivo non dà quasi mai problemi, in quelle con gli strumenti analogici, non è raro che sia fonte di grattacapi. Le cifre, montate “a tamburo” (e collegate al motorino con una cinghia) come nei contachilometri delle vecchie automobili, si devono muovere senza scatti, e il contatore deve essere ragionevolmente preciso.
  4. Verificate i potenziometri per la regolazione del livello di registrazione, dell’uscita cuffia, del bilanciamento dei canali, della regolazione del bias: sono di frequente fonte di disturbi e “rumorini”. Spesso è sufficiente un rapido trattamento con uno spray pulisci contatti (anche senza smontare nulla: si può spruzzare direttamente, sfilando le manopole). Tuttavia, non sempre è risolutivo: se, ahimè, si è degradato il materiale della pista elettronica, non si può fare altro che sostituire il potenziometro.

Per tutta questa serie di motivi, l’acquisto di un registratore a cassette usato andrebbe fatto previa verifica di persona: affidarsi alla compravendita “alla cieca” è rischioso. Se, tuttavia, optate lo stesso per un acquisto a distanza, magari perché siete in cerca di un apparecchio di difficile reperibilità, che si trova all’estero, fatevi mandare un video che mostra il corretto funzionamento.

Occorre infine ricordare che, in caso di malfunzionamento, bisognerà contattare dei laboratori specializzati (che spesso, di questi tempi, sono subissati di richieste); è inutile prendere in considerazione i centri di assistenza ufficiali delle aziende produttrici dei registratori, dato che i ricambi non vengono più prodotti e distribuiti direttamente dalle case madri. Bisogna rivolgersi all’after-market: per i modelli più diffusi, i “consumabili”, ovvero le cinghie e i pinch-roller, si trovano senza problemi (provate a consultare eBay per farvi un’idea). Tuttavia, se una scheda elettronica è andata fuori uso, magari in seguito alla perdita di acido di un condensatore, non c’è nulla da fare, se non cercare, magari in rete, un deck a cassette “gemello” da utilizzare come “banca organi” da cannibalizzare per la riparazione. Insomma, il mondo dei registratori a cassette Vintage è molto affascinante, ma non privo di rischi.

© 2022, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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