L’interpolazione del movimento (o motion interpolation) è una funzione utilizzata dai televisori per aumentare la frequenza dei fotogrammi dei contenuti video in modo che corrisponda alla frequenza di aggiornamento del televisore. L’obiettivo di questa interpolazione è aiutare a migliorare l’aspetto e la resa del movimento sullo schermo e ad “appianare” gli oggetti in rapido movimento.
Se però questo intervento non funziona correttamente o è implementato male, possono emergere alcuni aspetti negativi. L’interpolazione del movimento causa anche quello che conosciamo ormai da anni come “effetto soap opera”, che non tutti apprezzano (noi compresi), e non tutte le funzioni di interpolazione del movimento sono perfette, il che significa che possono creare anche alcuni artefatti. Se invece tutto funziona bene, ci sono dei benefici per alcuni tipi di contenuti video.
La maggior parte dei TV 4K di fascia alta offre alcune impostazioni per l’interpolazione del movimento, che però potete benissimo disabilitare se l’effetto finale non fosse di vostro gradimento. D’altronde la sensibilità all’interpolazione del movimento varia da persona a persona. Alcuni non notano nemmeno la differenza finché non glie la viene fatta notare, mentre altri (forse la maggior parte) la vedono subito.
Nel complesso, questa rimane una funzione non essenziale, ma potrebbe rivelarsi un bonus per coloro a cui piace. Per avere un’idea dell’effetto, vi proponiamo il video sottostante realizzato da Rtings.com. In tempo reale non ci si accorge della differenza, ma dopo circa 10 secondi il video passa in slow motion e qui si possono vedere chiaramente i fotogrammi aggiunti che si ottengono con l’interpolazione del movimento.
Ma cos’è esattamente l’interpolazione del movimento e come funziona? La stragrande maggioranza dei contenuti che guardiamo abitualmente sul TV viene registrata a 24, 30 o 60 fotogrammi al secondo (fps). Senza l’intervento dell’interpolazione, se la frequenza dei fotogrammi di un video è inferiore alla frequenza di aggiornamento di un televisore (prendiamo ad esempio un video a 30 fps su un televisore a 60 Hz), il TV “trattiene” ogni fotogramma più a lungo, creando il cosiddetto fenomeno di stuttering (in pratica dei microscatti più o meno visibili). Il risultato può essere fastidioso e distrarre lo spettatore dalla visione, oltre al fatto che non state sfruttando il vostro TV al massimo delle sue possibilità.
L’interpolazione del movimento punta a gestire in modo ottimale proprio questa differenza tra la frequenza dei fotogrammi video e la frequenza di aggiornamento del TV. Invece di riprodurre ogni fotogramma più volte, il processore del TV aumenta la frequenza dei fotogrammi del video creando fotogrammi di transizione e inserendoli in mezzo a quelli originali. In tal modo il video corrisponde esattamente alla frequenza di aggiornamento del TV e l’interpolazione fa in modo che il movimento appaia più fluido. Più sofisticata e avanzata è l’interpolazione (e ciò dipende essenzialmente dal processore video del TV), più l’effetto finale sarà riuscito.
L’interpolazione del movimento può servire in realtà anche a migliorare altri aspetti visivi di un TV. Prendiamo ad esempio il tempo di risposta, ovvero il tempo necessario ai pixel per passare da un colore all’altro. Se questo tempo di risposta è lento, generalmente provoca la comparsa di scie sfocate (motion blur) dietro gli oggetti in rapido movimento. Tuttavia, l’abilitazione dell’interpolazione del movimento non va a modificare il tempo di risposta, ma aumenta la frequenza dei fotogrammi in modo che ogni fotogramma non rimanga a lungo sullo schermo, che come abbiamo visto è la principale causa dello stuttering. L’interpolazione aiuta sicuramente con la resa del movimento quando funziona bene, ma non è la soluzione definitiva.
Ci sono però anche degli svantaggi. Il primo è il già citato effetto soap opera, così chiamato perché sostituisce l’esperienza cinematografica tradizionale e la rimpiazza con contenuti video più simili proprie alle tradizionali soap opera in TV. Questo effetto dà in pratica ai contenuti video un aspetto quasi troppo realistico e non è così che molti vogliono guardare un film. Ad alcuni però l’effetto soap opera non dispiace e quindi sta al singolo utente decidere se usarlo o meno.
L’altro difetto riguarda gli artefatti, che compaiono spesso in modo evidente nelle scene “impegnate” perché c’è molta azione sullo schermo e il TV fa fatica a tenere il passo. Poiché il televisore sta cercando di indovinare cosa sta succedendo tra i fotogrammi (e se due fotogrammi successivi sono molto diversi l’uno dall’altro), avrà difficoltà nel trovare fotogrammi nel mezzo. In questi casi potreste vedere artefatti sotto forma di aloni, ma se la sequenza è davvero molto impegnativa per il TV l’interpolazione del movimento potrebbe smettere di funzionare del tutto o perdere addirittura fotogrammi. Se non altro questi artefatti si notano molto raramente in scene lente, come panoramiche o scene di dialogo.
Un altro aspetto negativo dell’interpolazione del movimento è che aumenta il valore in millisecondi dell’input lag. Per questo quasi tutte le modalità Gaming presenti sui TV odierni (con l’unica eccezione di alcun i modelli di Samsung) escludono automaticamente l’interpolazione, proprio per evitare un input lag troppo elevato.
In ogni caso nulla vieta di provare. Se siete curiosi o indecisi, potete attivare o disattivare a piacimento l’interpolazione del movimento (e regolarne l’intensità) nelle opzioni video del vostro TV. La trovate sotto diverse sigle a seconda del brand del televisore, ma in generale non dovreste aver difficoltà nell’individuarla. I TV Sony ad esempio la integrano come Motionflow, quelli LG come TruMotion e quelli Samsung come Motion Enhancement. Usando da anni solo TV OLED LG, brand che a dire il vero non ha mai eccelso su questo versante, ho sempre disabilitato l’interpolazione del movimento (anche perché detesto l’effetto soap opera), ma provare e sperimentare non vi costa nulla. Sappiate comunque che in generale i televisori a 120 Hz svolgono un lavoro migliore nell’interpolazione di contenuti con frame rate inferiori rispetto ai televisori a 60 Hz e, ovviamente, i modelli di fascia alta hanno prestazioni migliori rispetto a quelli entry-level. E non fate confusione tra interpolazione del movimento e rimozione del judder per i contenuti video a 24fps. Sono due cose diverse e analizzeremo più in dettaglio la seconda in un prossimo speciale.
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