Con un prezzo di listino inferiore ai 600 euro, lo Yamaha RX-V583 è un amplificatore AV molto interessante, sebbene alcuni rivali riescano a fare meglio.
La fascia degli amplificatori AV tra i 500 e i 600 euro si sta facendo sempre più affollata, tanto che tutti i principali produttori del settore hanno a listino almeno un modello tuttofare attorno a questi prezzi. E diciamo tuttofare perché ormai anche con una spesa simile ci si può portare a casa un ampli a 7.2 canali con supporto a Dolby Atmos e DTS:X, ampia connettività e una qualità audio con ben pochi compromessi.
È il caso ad esempio dello [amazon_textlink asin=’B072BK9W5Q’ text=’Yamaha RX-V583′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e9811e29-63d0-11e7-9ed1-6527ca4bdb0e’], disponibile da poco anche in Italia a 569 euro e tra i modelli più interessanti come rapporto qualità prezzo nella gamma degli ampli AV 2017 del produttore nipponico. Andiamo a conoscerlo meglio.
Funzioni
Sul retro dello Yamaha RX-V583 troviamo quattro ingressi e un’uscita HDMI HDCP 2.2 con supporto per il 4K/HDR10, mentre la compatibilità con il Dolby Vision e l’HLG arriverà nel corso dell’anno tramite un ormai consueto aggiornamento firmware. Ci si può accontentare, ma quattro ingressi HDMI iniziano a essere pochi, soprattutto se li paragoniamo ai sei del Sony STR-DN1080 o agli otto del Denon AVR-X2400H (entrambi però costano di più dello Yamaha).
A livello audio ci sono due connessioni coassiali, una ottica e il solito assortimento di entrate e uscite analogiche. Frontalmente spiccano una porta USB e un ingresso AUX da 3,5mm. Standard anche la connettività, affidata al Wi-Fi (tramite un’antennina esterna), al Bluetooth e a una porta Ethernet.
Possiamo streammare musica da Spotify (Spotify Connect è già integrato nell’ampli), Tidal, Deezer, Qobuz, Apple AirPlay e DLNA, mentre manca l’integrazione nativa con Chromecast e non sappiamo ancora se l’ampli supporterà Airplay 2.
Per cambiare i vari ingressi e compiere altre attività, possiamo usare il telecomando in dotazione, comodo da tenere in mano e facile da usare, o ricorrere all’app Musiccast per iOS e Android, che consigliamo caldamente sia per come è fatta (stabile e ben organizzata), sia per la comodità che offre quando bisogna agire su slider o su altri controlli che con il classico telecomando richiedono diversi passaggi in più.
Come già detto in apertura, sono supportati il Dolby Atmos e il DTS:X, ma Yamaha offre anche il proprio software Cinema DSP 3D, che non arriva certo come una novità per chi segue le innovazioni del produttore nipponico. Il suo compito, al quale assolve piuttosto bene, è di ricreare l’acustica di locali e sale da concerto come il Roxy Theatre di Los Angeles o il Bottom Line di New York.
Certo, i puristi dell’audio ne faranno volentieri a meno, ma per tutti gli altri si tratta di un’aggiunta simpatica con cui sperimentare. L’ampli supporta inoltre l’audio hi-res fino a 24bit/192kHz per i formati più comuni come FLAC, WAV e AIFF.
Il software di calibrazione YPAO (Yamaha Parametric-room Acoustic Optimizer), che funziona collegando all’ampli l’apposito microfono, fa un discreto lavoro nel configurare automaticamente il nostro impianto audio, sebbene nulla vieti di perdere un po’ più di tempo ottimizzando il tutto con le impostazioni manuali. Non manca naturalmente la modalità di ascolto Direct rivolta ai puristi dell’audio, che possono contare su un segnale con pochissimi disturbi elettrici proveniente da sorgenti stereo.
Qualità audio
Abbiamo iniziato i test con la traccia in DTS-HD Master Audio 5.1 del Blu-ray Live at Last di Stevie Wonder riprodotto sul nostro fidato Oppo UDP-203, passando immediatamente al ritmo trascinante di Superstition. Ed è subito magia vera, con la strumentazione precisa e dal timing perfetto che lo Yamaha RX-V583 restituisce con grande senso del ritmo e del dettaglio.
Passando ai film, ecco che con il Blu-ray inglese di John Wick l’ampli mostra subito i suoi muscoli, con i bassi profondi e martellanti nella scena del club che ci colpiscono immediatamente per la loro potenza e il loro controllo, non tralasciando però il dettaglio. Si è insomma travolti da qualcosa di più di un semplice muro di basse frequenze e il tutto suona in modo persino raffinato e comunque mai confuso o eccessivamente slabbrato.
La traccia audio inglese in Dolby Atmos viene restituita con grande senso di spazialità sia a livello di panning orizzontali, sia per l’aggiunta dei diffusori superiori che in almeno due o tre occasioni si fanno sentire con risultati eccellenti a livello di coinvolgimento. A voler essere pignoli, guardando le stesse sequenze con il[amazon_textlink asin=’B01N7PFFHK’ text=’ Sony STR-DN1080′ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’7f4914b1-63d1-11e7-ad4b-1dd9e16ed489′] si ha la sensazione di una scena meglio localizzata e più dettagliata, ma si tratta di differenze davvero minime.
Purtroppo lo Yamaha RX-V583 non mette in mostra prestazioni altrettanto convincenti quando si tratta di esaltare la gamma media. Nella scena in cui Wick costringe Ms Perkins a rivelargli il luogo in cui si trovano gli uomini di Tarasov, la voce quasi senza fiato della donna risulta poco espressiva e anche gli effetti atmosferici della colonna sonora non ricreano quello strato di tensione emotiva con lo stesso effetto del Denon AVR-X2400H, che gestisce la scena con un po’ più di espressività e raffinatezza.
Anche a livello di dinamica lo Yamaha fatica un po’ a tenere testa ai suoi concorrenti. Il sound è certamente potente, pesante ed energico, ma nei momenti più tranquilli e meno action l’ampli non dà il meglio di sé. Quando ad esempio i frequentatori del locale vengono fatti uscire all’esterno, ci si accorge di una certa timidezza e opacità nel modo in cui i passi e le voci concitate escono dall’ampli.
In gamma alta abbiamo inoltre notato qualche punta di asprezza, come nella scena della battaglia finale in Avatar, con i rumori dei rami spezzati e dei mitragliatori in azione che, più si alza il volume, più possono diventare un po’ fastidiosi (a questo proposito è meglio non abbinare allo Yamaha diffusori troppo “sbarazzini” e brillanti).
Verdetto
Lo Yamaha RX-V583 è un amplificatore AV potente e in grado di dare buone soddisfazioni sia a livello musicale, sia con le tracce multicanale dei film. Ed è anche un prodotto ricco di funzioni, sebbene i soli quattro ingressi HDMI e una resa sonora complessiva meno esaltante di quella espressa dai rivali di Sony e Denon non lo rendano un amplificatore da cinque stelle.
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Riassunto
Con un prezzo di listino inferiore ai 600 euro, lo Yamaha RX-V583 è un amplificatore AV molto interessante, sebbene alcuni rivali riescano a fare meglio.
Pro
Completo a livello di funzioni
Bassi potenti
Qualità audio più che buona nel complesso
Contro
Gamma alta un po’ aspra
Dettaglio e dinamica non sempre impeccabili
Scheda tecnica
Canali/potenza(w): 80 W per canale (6 ohms, 20 Hz-20 kHz, 0.09% THD, 2 canali in funzione), 115 W per canale (6 ohms, 1 kHz, 0,9% THD, 1 canale in funzione), 145 W per canale (6 ohms, 1 kHz, 10% THD, 1 canale in funzione)
Surround Mode: Pro-Logic II, Pro-Logic IIx, Dolby Digital EX, DTS Neo:6, DTS-ES, DTS 96/24, Dolby Digital Plus, DTS-HD Master Audio, Dolby TrueHD, Dolby Atmos, DTS:X
Tuner: FM, MW, Internet
Supporto hi-res: WAV, AIFF, FLAC, ALAC fino a 192 kHz/24 bit
Auto set-up: Sì
Video scaling: 4K
Connettività/connessioni: Bluetooth, Wi-Fi, Ethernet, USB
Ingressi audio: HDMI x4, ottico, coassiale x2, analogico x3
Ingressi video: HDMI x4, composito x3
Uscite audio: HDMI
Uscite video: HDMI, composito
Dimensioni (AxLxP, cm): 16,1×43,5×32,7
Peso (kg): 8,1
Prezzo: 569 euro
Sito del produttore e del distributore italiano: it.yamaha.com/index.html