Casse e diffusori I consigli di AF Digitale Notizie

DIY: un (semplice) caso pratico

Una volta sulla pratica maggioranza dei diffusori erano quasi sempre installati una coppia di regolatori relativi alle vie medio-alte, un’ottima possibilità che consentiva in qualche modo l’incremento o l’attenuazione del livello di emissione della relativa porzione di banda.

In questo modo si concedeva all’appassionato la possibilità di ottimizzare l’emissione in ragione delle proprie esigenze, un’idea eccellente che purtroppo – anche se in taluni modelli attuali sta ritornando come il più classico dei ricorrenti corsi e ricorsi che ciclicamente si manifestano in alta fedeltà – con il passare del tempo è andata scomparendo, ma non disperate: ci viene in aiuto il DIY.

Per cui – avendo una certa manualità e senza disporre di conoscenze eccessivamente approfondite o costose strumentazioni – il tentativo di dotare i propri diffusori di un sistema simile può essere messo in pratica dall’appassionato in modo autonomo e con un costo assolutamente abbordabile.

TANNOY DC-6000: notare il regolatore di livello del tweeter

 

ATTENZIONE: questa operazione sebbene in generale non sia di per se pericolosa per l’integrità del diffusore – OVVIAMENTE OVE SIA REALIZZATA A MESTIERE – annullerà comunque la garanzia, per cui occhio a quello che eventualmente decidete di fare.


Si tratta di una cosa molto semplice – definita tecnicamente parlando L-PAD – un circuito costituito da una coppia di resistori di cui uno (Ra) si occupa dell’attenuazione mentre l’altro (Rb) riallinea l’impedenza originariamente “vista” dal circuito di crossover.

Con tale sistema per il filtro questa cella è come se non esistesse, il che fa si che l’originale frequenza di taglio non subisca la minima alterazione, un aspetto di notevole importanza.

Il livello di attenuazione usualmente consentito da questi regolatori è di circa +/- 3dB, un valore congruo che non va ad alterare significativamente la timbrica del diffusore ma consente comunque una certa gestione dell’emissione, addolcendo oppure esaltando (rendendo maggiormente frizzante in altre parole) le frequenze medio superiori.

Dettaglio dei resistori MOX utilizzati nel circuito: i valori conducono ad un’attenuazione di circa 2.5 dB

 

Relativamente ai resistori utilizzati – data la loro importanza nell’ambito del circuito poiché in serie e quindi attraversati direttamente dal segnale – il nostro consiglio è di non lesinare sulla loro qualità scegliendoli della giusta potenza (almeno 10 watt di dissipazione) del tipo MOX (Metal Oxide).

Considerate che una coppia dei suddetti componenti – che volendo potete reperire qui – vi costerà circa 4 euro in luogo dei 3 mediamente richiesti per la corrispondente versione ceramica, certamente di qualità inferiore.

Realizzazione pulita e ordinata: i resistori sono 4 poiché il diffusore trattato è dotato di doppio tweeter

 

Tutto il circuito può essere facilmente cablato su una basetta in legno (oppure MDF se preferite) mediante l’utilizzo di morsettiere come quelle che vedete nelle immagini, modello che serra tra due lamine conduttive i reofori dei resistori senza eccessivo stress meccanico e non richiede saldatura.

Dettaglio della morsettiera: notare il serraggio a sandwich dei reofori e del cavetto del negativo

 

Per la scelta del grado di attenuazione il nostro consiglio è il seguente: il valore di 1 dB sarebbe praticamente inudibile, ragione per cui è conveniente restare nell’ambito di 2 o 3 dB come valori massimi, anche e soprattutto per evitare di sconfinare in alterazioni timbriche eccessive.

Come già segnalato a suo tempo, su questo interessante sito olandese troverete una pagina – questa – dedicata al suddetto sistema, la stessa dove potrete inserire il grado di attenuazione desiderato al fine di ottenere i valori dei resistori da impiegare nel circuito, usualmente compresi tra 1.5 e 2.2 ohm.

Nella stessa pagina avrete la possibilità di effettuare il calcolo inverso – assai utile in quanto i valori restituiti dal sistema molto difficilmente rispecchiano quelli commerciali – in tal modo saprete esattamente quanto vale l’attenuazione effettiva.

In realtà esiste anche un’altra soluzione, quella che prevede l’installazione di un apposito regolatore atto allo scopo, situazione che però richiede un intervento ben più pesante sul diffusore – ovvero la realizzazione di un foro destinato ad ospitare il suddetto potenziometro – circostanza che non consente di tornare indietro una volta effettuato, sebbene per qualcuno potrebbe essere preferibile data la semplicità di installazione.

In conclusione, mediante una soluzione a costo certamente abbordabile, efficace, di semplice fattura con una qualità non di certo inferiore a realizzazioni commerciali similari, l’appassionato può tentare di sintonizzare il risultato sonoro del proprio sistema secondo i propri gusti e/o esigenze ottenendo quei risultati che percorrendo altre vie – come quella di entrare nell’infinita spirale del cavo equalizzatore o peggio – richiederebbero una spesa parecchio più elevata non necessariamente risolutiva.

D’altronde anche questo fa parte del gioco, ed anzi, forse ne rappresenta la parte più gustosa, laddove raggiungendo i risultati desiderati è possibile risparmiare ottenendo addirittura un vantaggio.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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