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Equalizzare il suono digitale mobile

Con l’avvento del digitale e la ‘liofilizzazione’ del suono in liquido su apparati mobile si può equalizzare voce e musica per migliorare l’ascolto

Equalizzare il suono di musica e parlato per meglio ascoltare musica digitale tramite smartphone, tablet, computer, altoparlanti wireless. Organizzare al meglio i brani preferiti in playlist anche non residenti localmente è diventato un gioco da ragazzi. Quando però il segnale già precedentemente elaborato e compresso da proprietari/distributori transita per giungere alle cuffie o a un set di altoparlanti esterni non è detto sia subito ascoltabile al meglio. Per farlo occorre avere una minima idea di com’è composta una forma d’onda sonora e come intervenire su di essa.

Comprendere il suono e le sue componenti base è il minimo indispensabile per considerare di agire su di esso, possibilmente favorendone l’ascolto e non peggiorandolo senza neppure accorgersene. Fattori determinanti sono ovviamente la qualità di partenza e quella dell’hardware di arrivo: inutile mettere troppo le mani su file anche di caratura quando si indossano cuffie poco sensibili ma anche poco isolate dal contesto acustico in cui ci si trova immersi. Le differenze sarebbero davvero poco sostanziali e percepibili, specie se l’headset di turno non è over-ear a circondare il padiglione auricolare e non dispone del sempre più comune ANC – Advanced Noise Cancelling – Cancellazione avanzata del rumore.

Equalizzatore vintage di Pioneer, l’SG 9800 a 12 bande + 12 bande


Equalizzatore Pioneer vintage

Non si tratta di elementi senza i quali è meglio non agire, ma certo più ci si avvicina a una condizione di qualità (teorica) dell’hardware posseduto e più il suono verrà recepito in tutte le sue parti. Ascoltare musica in un ambiente ideale non è sempre possibile e agire su un equalizzatore può essere di aiuto. Ancor più quando si tratta di musica digitale e il segnale alla fonte non è dei più eccelsi potrebbe rendersi necessario provare a coprire le imperfezioni nella compressione dei file, in cui la perdita non dovrebbe essere udibile, volta a ridurne le dimensioni e occupare meno spazio. Scelte che restano comunque legate all’ambito soggettivo, per cui si potrebbe desiderare il maggior risalto di alcuni strumenti o anche solo la voce del cantante, molto si può fare ma non aspettatevi miracoli specie se la base è già di per se precaria per quanto sopra detto.

Equalizzare è un verbo transitivo che invita a immaginare uniformità e bilanciamento, che nel suono implica agire sulle frequenze di cui è composto. L’equalizzatore è nato per tale necessità a inizio anni ’50 ovviamente nella sfera dell’analogico e per motivi professionali: occorreva abbattere specifiche frequenze che creavano problemi all’interno di un locale pubblico che “suonava” molto male a causa della struttura e dei materiali. Successivamente si è passati alla sfera del digitale ed è divenuto sempre più d’uso comune in versioni anche molto compatte quanto relativamente efficaci.

Anche se le cuffie sono hi-end a livelli reference come le Sennheiser HD800S (a sinistra) o le Focal Utopia potrebbe presentarsi la necessità di equalizzare diversamente il suono

Cuffie hi-end

L’offerta di preset già pronti da utilizzare è quella che potrebbe aiutare a migliorare l’ascolto dove la discriminante è il genere musicale, agendo su eco o riverbero per musica classica, pop o rock esaltando frequenze diverse. Si ma quali sarebbero? Tradotto in soldoni possiamo suddividere il suono in tre diverse sezioni: bassi, medi e alti su cui intervenire a livello grafico, in cui una rappresentazione su assi cartesiani vede sul piano orizzontale X delle ascisse i valori della frequenza e su quello verticale Y delle ordinate i decibel (dB), unità di misura dell’intensità del suono.

All’estrema sinistra dell’asse X le frequenze più basse, quindi a velocità più lenta, in crescendo fino a quelle più alte passando per le medie. Con decibel s’intende il livello del volume, senza dimenticare che la variazione in termini di decibel avviene su scala logaritmica e non lineare quindi molto più veloce. In genere è sufficiente esaltare e o abbassare anche solo di un paio di dB per ottenere una palpabile variazione della specifica banda di frequenza.

Un equalizzatore grafico a 30 bande per agire con precisione e risaltare le frequenze desiderate: da 20Hz a 20kHz. Facile e intuitivo da usare

equalizzatore digitale

Ogni singolo tono proveniente da uno strumento musicale è identificabile con una specifica frequenza in hertz (Hz), ovvero quante volte l’onda generata dal tono completa un ciclo in un secondo. Onde molto lente attorno ai 15-20 Hz appartengono alle basse frequenze, 15.000-20.000 Hz (o 15-20 kHz che dir si voglia) sono gli alti. Captare con l’orecchio informazioni sonore al di sotto dei 15-20 Hz e sopra o 15-20 kHz è molto difficile e la sensibilità alle alte frequenze è inversamente proporzionale all’età.

Di fatto non occorre concentrarsi su tali estremi per ragionare in termini di modifica del segnale, dato che in virtù degli strumenti musicali le note stesse non riescono ad andare oltre un certo range, come nel caso del pianoforte (analogico) dove non si va oltre i 4.2 kHz. Anche se l’orecchio non è in grado di percepirli i toni superiori in un range prossimo al massimo udibile vicino ai 15 kHz vengono comunque alterati dall’equalizzazione, influenzando il suono nel suo complesso. I sub-bassi da 20Hz a 50Hz sono percepibili se per esempio si dispone di un piccolo subwoofer tra gli altoparlanti, è il caso per esempio di piccoli set in configurazione 2.1 (canali stereo destro e sinistro + canale bassi) per computer con i tipici diffusori da tavolo e il terzo elemento da poggiare a pavimento.

Tra fisico e digitale lo StudioLive 16 è un mixer equalizzatore 16 + 16 bande professionale di PreSonusequalizzatore digitale

A seconda della sensibilità caricare le frequenze più basse può avere senso anche con headset, ma in genere più si va verso la miniaturizzazione fisica e più complicato diventa riproporre la gamma bassa. In generale occorrono trasduttori sensibili e il maggior isolamento possibile per pensare di percepire dettagli sia alle basse che alte frequenze. Specie per le alte frequenze da 12kHz a 16kHz, a meno di non aver vissuto anni nel silenzio assoluto sulla cima di una montagna e non trovarsi nella condizione di ‘diversamente giovane’, riuscire a cogliere sfumature a tali frequenze resta un’impresa non da poco e l’impressione sempre più nella sfera del soggettivo. Perché gli elementi inferiori continuano a influenzare i toni più alti, contribuendo a un suono più spazioso e aperto. Al solito influenzare troppo questa regione sonora rischia di complicare la figura complessiva, con un retrogusto meno naturale.

Per migliorare vivacità e chiarezza ci si può spostare più in basso, tra 7kHz e 10kHz. Già attorno ai 7kHz la brillantezza sale sensibilmente, non fosse altro per rendere ancora più vivace il colpo sul piatto della batteria o enfatizzare quello del charleston. Il terreno di gioco più delicato ma anche quello dove si potrebbero ottenere i migliori risultati è la gamma media, da 800 Hz, passando per 2kHz e 4kHz per i medi superiori. Aumentando o diminuendo anche di pochi dB in questo range di frequenze può rendere fin troppo chiaro in alto o per contro opaco in basso, senza più arginare un basso elettrico, una gran cassa in basso o i colpi di rullante in alto.

Equalizzatore portatile a 10 + 10 bande EQ-200 della Boss: un piccolo ma potente strumento (fisico) con cui interagire per migliorare il suono in genere proveniente da strumenti musicali

equalizzatore fisico

Mettendo mano all’equalizzatore in genere l’istinto è quello di caricare ulteriormente le frequenze desiderate, ma questo potrebbe comportare il rischio di innescare eccessive distorsioni. Il suggerimento è invece quello di provare a ragionare per sottrazione, abbassando la presenza di quanto meno gradito ottenendo il medesimo risultato voluto e forse con meno rischi. Gli equalizzatori si dividono principalmente in grafici e parametrici, dove questi ultimi sono più articolati, precisi e potenti ma al tempo stesso a rischio errore se non si ha idea di cosa si stia facendo. Più bande per canale dispone l’equalizzatore e più preciso l’intervento che non vada a intaccare frequenze circostanti.

Ma quali sono le più interessanti app a mercato per equalizzare senza troppi pensieri la propria musica? Il consiglio spassionato resta quello di provare prima di acquistare, un po’ per comprendere i limiti del programma ma anche per rendersi conto della piena compatibilità col proprio device. Non sempre le app viaggiano di pari passo con le evoluzioni (o involuzioni) dei sistemi operativi e dopo un periodo di perfetto funzionamento potrebbero arrivare a crashare miseramente.

App Equalizer & Bass Booster

equalizzatore digitale

Equalizer & Bass Booster è molto interessante. Recentemente aggiornato, vanta oltre 10 milioni di download, è gratuito e come tale contiene inserimenti pubblicitari. Giunto alla versione 1.6.3 consente di interagire con un’equalizzazione a cinque bande (da 60Hz a 14kHz), caricare i bassi, inserire effetti virtuali e dispone anche di un VU meter per la musica dal vivo. Quanto a precisione lascia a desiderare ma per provare a costo zero e iniziare a variare non solo la musica ma anche il resto dei suoni sul proprio smartphone potrebbe essere quello giusto. Link all’app Equalizer & Bass Booster

App Equalizzatore FX

equalizzatore digitale

Altra proposta Equalizzatore FX a cinque bande, ultimo aggiornamento però risale a metà 2018, versione 3.3.2, oltre 1 milione di download, versione gratuita con annunci adv. Anche se basico tra le funzioni c’è la virtualizzazione del segnale con ampliamento dell’effetto stereo, dodici preset. L’offerta include il Loudness Enhancer volto ad aiutare inferiori sensibilità nell’udito specie per le frequenze basse e più in generale risaltare la scena sonora in caso di ascolto a volumi relativamente bassi (ci sono ancora sintoampli che offrono il preset di equalizzazione in genere chiamato “ascolto notturno”, molto simile come concetto). Come qualsiasi altro filtro c’è alterazione della risposta in frequenza e l’enfasi risultante è come sempre questione di gusti; funzionamento solo Android 4.4, anche per fonti da streaming. Link all’app Equalizzatore FX.

Volendo fare sul serio nella sfera del digitale c’è la app RE Equalizer di WiseSchematics

equalizzatore digitale

Sviluppato da WiseSchematics c’è anche RE Equalizer, con integrati filtri che eliminano artefatti, rumore e la distorsione. Dieci bande (da 48Hz a 16kHz e possibilità di agire tra -15 e +15 dB), non è un software professionale ma certo tra le app a pagamento più interessanti (circa 3€). Venti preset pre-ingegnerizzati, analizzatore audio in tempo reale; ultimo aggiornamento fine 2019, versione attuale 1.5.2, compatibile Android dalla versione 4.1. Link all’app RE Equalizer.

Per l’universo iOS è già pronta all’uso senza spesa l’app integrata per gestire l’equalizzazione su iPhone e iPad. L’equalizzatore è presente come “EQ” nelle impostazioni all’interno del pannello ‘Musica’. Presenti funzioni come amplificazione di alti e bassi, una modalità per migliorare file con la sola voce ma ci sono altri preset per abbassare gamma bassa o alta senza però poter intervenire sulle singole frequenze.

Boom: Music Player & Equalizer di Global Delight Technologies per iOS

equalizzatore digitale

Volendo sull’App Store a pagamento c’è per esempio Boom: Music Player & Equalizer di Global Delight Technologies Pvt. Ltd, sia versione iPhone/iPad ma anche Mac. Suono Surround 3D, amplificatore bassi, ventinove preimpostazioni EQ, equalizzatore a 16 bande, miglioramento ascolto streaming Spotify e TIDAL, streaming 40.000 stazioni radio e Podcast di tutto il mondo con uscita audio migliorata. Secondo il produttore “possibilità di migliorare il suono di qualsiasi cuffia o auricolare”. Link all’app Music Player & Equalizer.

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