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L’HomePod arriva finalmente in Italia, ma in giro c’è di meglio

Vale la pena spendere 349 euro per il nuovo Apple HomePod (o il doppio per un setup stereo), quando il mercato offre alternative molto più interessanti come qualità, potenza, versatilità e prezzo?

Con il mercato degli speaker smart e wireless in grande fermento, Apple si prepara a portare sugli scaffali a partire dal 3 febbraio l’HomePod di seconda generazione, che però per noi italiani rappresenta una sorta di prima volta. Il primo modello del 2017 non è infatti mai arrivato ufficialmente nel nostro Paese e così, almeno di non ricorrere a spedizioni dall’estero, ci siamo dovuti accontentare dell’HomePod Mini uscito nel 2021.

Non abbiamo ancora potuto provare il nuovo modello e quindi non possiamo sbilanciarci sulla sua qualità, ma conosciamo bene il modello originale e ancora oggi lo riteniamo un valido smart speaker, con l’unico grande difetto di essere costato troppo per la qualità audio che offriva e per i limiti che aveva.

Con un prezzo di listino di 349 euro, anche il nuovo HomePod è uno speaker intelligente (ma con Siri di mezzo, non così tanto) che costa caro e, considerando che per una configurazione stereo, si arrivano a spendere 700 euro, ci siamo chiesti preventivamente se valga la pena investire una cifra simile per un sistema stereo attivo e wireless o se il mercato offra allo stesso prezzo (o a poco meno) alternative meglio suonanti, più complete a livello di connessioni (l’HomePod continua a non avere alcun ingresso fisico) e più “libere” come ecosistema (qui la lista dei device Apple compatibili).


Per fortuna le novità non mancano nel nuovo HomePod tra il processore S7 (lo stesso di Watch Series 7) per adattare il suono in tempo reale a seconda del posizionamento, la compatibilità con lo standard universale Matter per la gestione della smart home e una nuova disposizione dei driver interni. Troviamo infatti un woofer ad alta escursione da 4’’, quattro microfoni (contro i 6 del primo modello) e cinque tweeter a tromba in array con magnete al neodimio rispetto ai sette del modello di prima generazione.

homepod

Nonostante questi “tagli”, a cui aggiungiamo il Wi-Fi n rispetto a quello ac del primo HomePod, Apple promette una qualità audio migliore e non manca l’audio spaziale con Dolby Atmos che, in tandem con una Apple TV 4K collegata a un TV tramite HDMI eARC, potrebbe trasformare due HomePod in un sostituto di una soundbar. Per chi vive profondamente in un ecosistema Apple, questo speaker può sicuramente risultare attraente come lo era stato il modello di prima generazione, ma per tutti gli altri (e basandoci sulla nostra esperienza con il primo HomePod) esistono alternative molto più interessanti.

Prendiamo ad esempio i Q Acoustics M20 HD da circa 500 euro la coppia, speaker wireless con Bluetooth aptX HD, woofer da 12,5cm (più grande di quello dell’HomePod), ingressi USB, ottico, RCA stereo, AUX 3.5mm e uscita subwoofer. Se poi non vi interessa un setup stereo, un AudioPro ADDON C10 con capacità multiroom da 349 euro offre rispetto al primo HomePod più potenza, più versatilità (ingresso RCA, AUX e uscita sub) e una qualità audio di maggior spessore.

Se poi pensate di sfruttare due HomePod e una Apple TV 4K come alternativa a una soundbar, i limiti dello speaker Apple sono ancora più evidenti come rapporto qualità prezzo. Con poco più di 660 euro, Sonos offre ad esempio il kit la soundbar Ray e i due speaker One SL da usare come surround (e il tutto è poi compatibile con AirPlay 2), ma anche andando su soluzioni più tradizionali una LG SP9YA (modello 2021) si trova online a meno di 700 euro e parliamo di un modello a 5.1.2 canali con 520 W di potenza, subwoofer wireless e supporto per l’audio hi-res e per Dolby Atmos/DTS:X.

Pochi esempi ma esplicativi di come le alternative a HomePod sia per gli amanti della musica, sia per quelli dell’Home Cinema siano tantissime a livello di qualità, versatilità, potenza e prezzo. È poi vero che cinque anni fa abbiamo premiato il primo HomePod con il massimo dei voti, ma da allora di acqua sotto i ponti in questo settore di mercato ne è passata parecchia e anche per i possessori incalliti di iPhone, Mac o iPad oggi si può ascoltare meglio spendendo anche meno.

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