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AMPLIFICATORE MAGNAT MA900 – PART ONE

Di seguito al gradito articolo relativo al sistema monomarca firmato MAGNAT – circa il quale abbiamo ricevuto riscontri più che positivi da parte dei nostri affezionati lettori – vi proponiamo un test dell’amplificatore descritto nel servizio, notevole esemplare di quello che si spera possa essere un nuovo corso di produzione in grado di massimizzare il rapporto qualità/prestazioni/prezzo. Ma non solo, in questo articolo approfondiamo la recente polemica relativa alla presunta stretta parentela con l’ADVANCE PARIS A10 Classic.

 

MAGNAT MA900: IL PRODOTTO IN GENERALE

L’amplificatore integrato oggetto di questa prova – prodotto dall’azienda tedesca MAGNAT – è il classico esponente di quei dispositivi che pur ampiamente dotati in quanto a funzioni e potenza, evitano quella sorta di ipertrofia tecnologica spesso ridondante buona solo per creare interesse in coloro i quali, non vantando adeguata conoscenza di quello che in concreto possa essere effettivamente utile, potrebbero essere indotti all’acquisto.

A ben vedere invece, questo amplificatore ha praticamente tutto ciò che si possa desiderare relativamente all’uso cui sarà destinato: stadio fono MM/MC, DAC on board, stadio preamplificatore a valvole, controlli di tono, bilanciamento, alta potenza di uscita (e relativa corrente), componentistica selezionata, costruzione indubbiamente di sostanza e – dulcis in fundo – telecomando, oggetto che vi eviterà di dovervi alzare per interagire con l’ampli per, ad esempio, alzare il volume, azione nella quale sarete certamente coinvolti stante la qualità sonora dell’oggetto in esame.


L’impatto visivo con il suddetto amplificatore mostra subito con cosa si ha a che fare, l’impressione di opulenza e potenza è piuttosto percepibile: come anticipato nel precedente articolo, la potenza dichiarata ufficialmente è pari a 130 w/ch su 8 ohm che diventano 200 su 4 e ben 320 all’impulso; in ogni caso voci di corridoio parlano di potenze effettive ancora più alte.

Le dimensioni non sono minimali e la dotazione appare evidente fin da un primo sguardo. La solidità dell’oggetto si manifesta senza troppo indagare, senza insomma doverlo necessariamente toccare con mano, sebbene questo sia un gesto quasi obbligato – e desiderato – tanta è l’impressione di qualità percepita ed esibita dal MAGNAT MA900.

MAGNAT MA900: VISTO DA VICINO

Ebbene, dopo questa breve ma necessaria introduzione, eccoci giunti all’osservazione ravvicinata di questo bell’amplificatore.

Partendo dal frontale, si nota subito come questo sia composto da un pannello di alluminio di notevole spessore – circa 10 mm – finemente lavorato, disponibile nella consueta livrea nera oppure – dal giugno 2021 – nell’ancora più lussuosa versione argento, finitura che a nostro avviso è in grado di far risaltare ulteriormente l’aspetto qualitativo dell’amplificatore.

La costruzione è ispirata al passato e fa conseguentemente uso di metallo praticamente ovunque, quindi non solo la manopola del volume ma anche quelle dei controlli di tono, del bilanciamento e del selettore degli ingressi sono del medesimo materiale, aspetto che infonde quel senso di robustezza assai opportuno in simili prodotti, non fosse altro per giustificare il costo che in questo caso, pur non apparendo eccessivo, non è nemmeno troppo economico.

La suddetta manopola – in effetti risalta parecchio sul frontale – è collocata esattamente al centro di un pannello in metacrilato di colore nero sul quale, in corrispondenza del lato sinistro, è disposto un display a matrice di punti dedicato all’interfaccia visiva ampli/utente mentre sul lato destro è ricavata un’apposita finestrella che mostra il tenue lucore delle due ECC81 relative al circuito del preamplificatore basato su dispositivi a vuoto.

Sul medesimo pannello sono collocati due pulsanti i quali, rispettivamente, consentono di attenuare su tre livelli il display oppure di inserire la funzione Direct, opzione prevista col fine di aggirare il circuito dei controlli di tono (ma non il bilanciamento) inviando direttamente allo stadio finale il segnale fornito all’amplificatore, funzione che i puristi troveranno senz’altro utile. Sull’ideale sottostante linea, a partire da sinistra, troviamo l’interruttore di accensione (On/Standby) che si occupa solo di risvegliare il dispositivo in quanto quello che effettivamente lo connette a rete si trova sul pannello posteriore, l’ingresso per la cuffia su jack da 6.3 mm, l’ingresso line in per una sorgente collegabile on the fly su jack da 3.5 mm, il tasto per attivare la funzione stereo/mono ed il selettore rotativo delle sorgenti.

Un po’ più sulla destra del pannello, i potenziometri dedicati al bilanciamento ed ai controlli di tono – in questo caso disponibile anche quello destinato ai medi, sullo stile degli amplificatori Marantz per intenderci – concludono la sfilza di controlli. Non manca il circuito loudness, attivabile però esclusivamente dal telecomando fornito a corredo, esemplare che pur non essendo connotato dalle medesime qualità costruttive dell’integrato – normale plastica – appare comunque ben fatto e funzionale allo scopo.

Passando alla parte posteriore – sempre da sinistra verso destra – troviamo gli ingressi RCA dedicati al giradischi (MM ed MC) attestati su connettori di più elevata qualità rispetto a quelli degli ingressi linea, quasi che si intenda suggerire in modo subliminale la maggiore qualità dell’analogico. Seguono gli RCA degli ingressi linea, anch’essi placcati oro, dopo di che troviamo i connettori per una singola coppia di diffusori basati su connettori simil-WBT inevitabilmente placcati oro e rivestiti in metacrilato isolante trasparente, il selettore del voltaggio in ingresso – preimpostato sui 230 volt nelle versioni per l’Europa – e la vaschetta VDE per il cavo di alimentazione fornito a corredo concludono la dotazione.

Appena sopra – anticipati da un ingresso per dispositivo USB utile per eventuali aggiornamenti ed un interruttore appositamente predisposto – si rinvengono gli ingressi per il DAC di cui la macchina è dotata, composti da una coppia di tipo ottico TOSLINK ed una di tipo elettrico SPDIF; non manca l’antenna del Bluetooth, del tipo Qualcomm™ aptX HD.

E che non lo diamo uno sguardo all’interno?

Tolto il cofano metallico, ben smorzato ed adeguatamente pesante, la vista dell’interno non tradisce di certo le attese e quello che vediamo ci piace assai. Due cose risaltano immediatamente: la dimensione del trasformatore di alimentazione – un corposo toroidale le cui dimensioni ne indicano una potenza di almeno 700 VA, cui si aggiungono quattro ben dimensionati condensatori da 8200 µF- e la sezione di potenza a stato solido, che prevede quattro dispositivi per canale.

Circa i tubi a vuoto utilizzati nella sezione di preamplificazione, troviamo una coppia di ECC81 (alias 12AT7) selezionata e sottoposta a rodaggio preventivo al fine di stabilizzarne le prestazioni fin dalla prima accensione ovvero, come spesso si legge, appena estratto dall’imballo. Queste, installate all’interno di una specie di scatola metallica schermante su un’apposita basetta, sono a loro volta contornate da componentistica di ottima qualità, resistenze a tolleranza ulteriormente bassa e condensatori plastici in polipropilene.

A proposito del marchio utilizzato il costruttore nulla riporta in merito, ma siccome siamo curiosi, con un po’ di attenzione riusciamo a scorgere una coppia di JJ Electronics, decisamente un’ottima scelta.

Relativamente al convertitore usato, sebbene anche in questo caso il costruttore nulla affermi in merito – fatta eccezione per il marchio scelto, CIRRUS LOGIC – troviamo un esemplare del collaudatissimo CS4398, da parecchio sul mercato ma che non accenna a mollare la presa stante la sua indubitabile qualità sonora.

MAGNAT MA900: CONCLUSIONI

Da quanto esposto fino a questo punto – anche e soprattutto per fugare dubbi sulla presunta identità tra l’ADVANCE PARIS ed il MAGNAT – è piuttosto semplice comprendere come le due macchine NON siano esattamente la stessa cosa.

A parte il fattore estetico, diversi sono i convertitori utilizzati – che non significa affatto che uno sia migliore dell’altro poiché prodotti da due eccellenti aziende specializzate – diversa la dotazione in merito alle connessioni – che a causa di esigenze personali per più di un utente potrebbe benissimo apparire ridondante – differente la funzionalità in generale.

Lo stadio di potenza è certamente lo stesso – seppure sfruttato in maniera diversa dal punto di vista della corrente di riposo (bias) degli stadi finali – così come lo è quello relativo al preamplificatore, d’altronde basta osservare bene le PCB per sincerarsene – ma le similitudini finiscono qui.

Certamente figli di un progetto comune – come per altro affermato dal patron di ADVANCE PARIS nell’articolo dedicato – vantano in ogni caso caratteristiche differenti, tali da indurre ad un’altrettanto differente scelta.

Molto più importante a nostro avviso è se le differenze tra i due esponenti valgano il maggiore investimento richiesto, quindi, tranne che non si abbia l’intenzione di sfruttare a pieno la dotazione dell’ADVANCE – o lo si preferisca per una ragione qualsiasi – si potrebbe risparmiare parecchio vista la non poca differenza tra i due, che tralasciando i rispettivi listini, si attesta a circa  300/400 € al netto dello sconto più o meno elevato praticato dai rivenditori.

Per adesso ci fermiamo qui, alla prossima con il test di ascolto!

© 2021, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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