Hi-Fi Notizie

Sistemi monomarca: MAGNAT

Non è la prima volta che in qualità di appassionato ed esperto del settore mi sento chiedere consiglio sull’acquisto di un sistema audio di qualità, ed una delle prime domande che mi sento porre, soprattutto da coloro che non sono più di tanto addentrati nel contesto, è se sia possibile comporre un impianto mono marca anche ai fini estetici, non amando molte persone quel mix di forme e colori diversi spesso frequentato dalla maggioranza degli audiofili. Un’occhiata al mercato ha reso evidente che tale opzione è perfettamente frequentabile, inclusi addirittura i diffusori, una scelta che un tempo rappresentava pressoché la regola.

SISTEMI MONOMARCA: SINERGIA, ESTETICA E PRESTAZIONI

Breve premessa: quando da ragazzo – ahimè, fin troppo tempo è passato da allora – ci si riferiva allo “stereo”, il termine rack era assai frequentato e con tale parola si intendeva il classico compatto HiFi inserito in un mobile cui solitamente erano associati una coppia di diffusori posti ai lati, una posizione forse un po’ troppo utilitaristica (o quanto meno comoda ai fini del risparmio di spazio) ma che all’epoca andava per la maggiore.


Tale complemento d’arredo era presente nella pratica maggioranza delle abitazioni, ed anzi, tra noi ragazzi era sovente motivo di allegra ed accesa discussione relativamente alla composizione: si spaziava dai sistemi composti da giradischi, amplificatore, registratore, sintonizzatore e diffusori, a quelli cui si aggiungeva un equalizzatore oppure – seppure verso la fine della parabola vitale pertinente questo tipo di sistemi – un lettore di CD, dispositivo che all’epoca iniziava lentamente a farsi largo nel settore. Marchi quali PIONEER, TECHNICS, AKAI e KENWOOD, a puro titolo d’esempio, erano assai agguerriti nel presentare soluzioni tecnologiche che potessero attrarre l’attenzione sui propri prodotti.

Chiaramente, questi sistemi monomarca erano studiati non solo dal punto di vista della sinergia ma anche da quello dell’estetica, fattore che ne favoriva l’inserimento in ambiente in modo tendenzialmente più accettabile, maggiormente dalle notoriamente maldisposte consorti che mal tolleravano la presenza dell’intruso nel loro castello.

Col passare del tempo, a causa delle mutate esigenze degli appassionati ed anche per motivi di crescita qualitativa, questo tipo di composizione precostituita è andata lentamente scomparendo, sostituita dai meglio noti separates ovvero da quei componenti che uniti tra loro davano vita ad un sistema audio che non necessariamente si basava su prodotti della stessa casa, anzi, proprio l’unione di marchi diversi – nel rispetto della specializzazione di settore – era la strada preferita da coloro che intendevano dotarsi di un impianto ad alta fedeltà che avesse doti sonore di classe superiore.

I più attempati ricorderanno senz’altro la mitica triade THORENS, MARANTZ ed AR quale uno dei massimi esempi di questo virtuoso modo di agire, e seppure sia ampiamente precedente all’epopea dei suddetti sistemi, resta comunque emblematica della rispettiva specializzazione nella fabbricazione di un dato componente; diciamo che si conferma la regola dei “corsi e ricorsi” storicamente presenti in pressoché qualsiasi settore.

In ogni caso i sistemi basati sul rack hanno rappresentato un notevole contributo alla diffusione dell’alta fedeltà tra i giovani, almeno all’epoca della loro comparsa sul mercato, devono quindi essere considerati favorevolmente e non, come pensa qualcuno, come sistemi privi della minima qualità, basati su soluzioni tecnologiche di basso costo e dalle prestazioni ridotte.

SISTEMI MONOMARCA: DALLA “A” ALLA “Z”

Ovvero dalla sorgente ai diffusori, escludendo i cavi ovviamente, genericamente scelti tra i marchi che vantano una consolidata esperienza nella loro produzione, il che conferma l’orientamento verso aziende specializzate nella realizzazione di un dato componente piuttosto che di un altro.

Ma in certi casi occorre fare una distinzione, perché vi sono aziende che effettivamente sono in grado di realizzare qualsiasi componente con pari altissima perizia. Qualche esempio? A prescindere dal sistema vintage rappresentato in copertina – il mitico TECHNICS CENTURY davvero di altissimo profilo, tanto che definirlo rack fa quasi ridere – due nomi su tutti: YAMAHA, ove i famosi diffusori NS1000 oppure gli NS2000 vantano tuttora schiere di cultori in tutto il globo oppure LINN, che a partire dal mitico giradischi SONDEK e passando per lettore digitale, amplificazione e diffusori è in grado di dire ampiamente la sua, fonorivelatore incluso!

Nel caso preso in esame, ci siamo soffermati su un sistema componibile a partire da componenti prodotti da MAGNAT, azienda teutonica che non ha certo bisogno di presentazioni e che senza costare uno sproposito – ovviamente non è nemmeno regalato ma come vedremo in seguito ha un rapporto Q/P elevatissimo – consente di mettersi in casa un sistema audio di qualità veramente elevata e di grande soddisfazione il quale, in ossequio al massimo rispetto del noto WAF (quel Wife Acceptance Factor di cui potete leggere qui), è anche caratterizzato da un notevole design.

SISTEMI MONOMARCA: MAGNAT DOCET

E vediamolo questo sistema, disponibile nella livrea nera oppure silver – per quanto attiene alle elettroniche, poiché il giradischi è disponibile esclusivamente laccato nero pianoforte ma si unisce a perfezione al resto – molto ben costruito, dotato e performante.

La sorgente può essere sia digitale che analogica, ovvero composta dal giradischi a trazione diretta modello MTT900 – equipaggiato con la notissima “prezzemolina” AUDIO TECHNICA AT95E – e dal lettore digitale MDC1050, dotato di stadio d’uscita valvolare facente uso di una coppia di ECC88 selezionate e di DAC Burr Brown. In alternativa al citato modello è possibile scegliere l’MCD850, anch’esso dotato di stadio d’uscita a tubi, dal costo minore ma con la possibilità di leggere anche i SACD.

Segue l’amplificatore MA900, un notevole esemplare la cui sezione di preamplificazione fa uso di una coppia selezionata di valvole ECC81 (alias 12AT7) cui fa seguito un corposo stadio di potenza a stato solido in grado di fornire ben 130/200 w/ch rispettivamente su 8/4 ohm e ben 320 all’impulso. Dotato a livello operativo di tutto quello che si può desiderare – stadio fono MM/MC, DAC basato su chip-set Cyrrus Logic, controlli di tono, bilanciamento e loudness (attivabile dal telecomando fornito a corredo) – è assolutamente in grado di pilotare qualsiasi diffusore stante l’alta corrente di cui è capace.

Dettaglio non certo secondario, è che i suddetti componenti sono costruiti come una volta, intendendo con ciò che pannelli frontali e controlli sono in metallo in luogo della plastica che sovente si  riscontra anche in esemplari di costo non basso, aspetto questo che li rende ancora più desiderabili.

I diffusori scelti a corredo di questo sistema, che ve lo dico a fare, sono gli ormai conosciutissimi TRANSPULS 1500, generosi tre vie reflex dal sapore vintage dotati di un corposo woofer da 15″ cui si uniscono un mid da 6.5″ ed un doppio tweeter da 1″ in un’originale e curiosa configurazione a tromba. Grandi in tutti i sensi, conferiscono al sistema una sonorità altrettanto immanente e d’impatto, seppure corretta e scevra da inopportune e potenzialmente fastidiose caratterizzazioni timbriche.

SISTEMI MONOMARCA: ACCESSORI E VARIAZIONI SUL TEMA

Seppure l’insieme citato sia più che completo già in partenza, nulla vieta di incrementarne la qualità tramite la sostituzione del fonorivelatore fornito di serie con uno di qualità e/o principio di funzionamento differente. A tal proposito, sfruttando la possibilità di gestire testine MM oppure MC, potrebbero essere interessanti modelli prodotti da tre ditte di sicura tradizione, tutti connotati da una timbrica suadente e morbida, in perfetto accordo con la qualità generale del sistema proposto: GRADO, SUMIKO e DENON.

 

Si parte con la SUMIKO Pearl, concretamente un’ottima testina, oppure con la serie Prestige di GRADO, ove i modelli Silver e Gold rappresentano i massimi esponenti, oppure ancora – un vero mito – la DENON DL103R, esponente MC nata nel 1963 ed ancora oggi assolutamente attuale nella sua moderna iterazione. Circa quest’ultima, è necessario ottimizzarne l’interfaccia elettrica  tramite trasformatori di ingresso – sfruttando quindi sempre l’ingresso MM – un ulteriore raffinatezza in grado di elevare ancora di più la qualità del sistema.

Costi variabili tra i 100 ed i 350 euro, ragion per cui è possibile salire di livello in maniera variabile, in ogni caso senza troppi traumi per il portafoglio.

Circa i cavi, data la qualità del sistema – e senza svenarsi! – dal catalogo AUDIOQUEST possono essere scelti svariati modelli di prezzo ovviamente variabile ma sempre in linea con le prestazioni esibite ed in questo caso, le linee TOWER ed EVERGREEN – a prezzi più che abbordabili rispetto alla qualità – sono a nostro avviso le maggiormente indicate.

Per i diffusori vale il principio di scegliere un cavo adeguato alla fornitura di potenza: 4/6 mmq in ottimo rame OFC andranno benone, magari terminato con spine di qualità.

SISTEMI MONOMARCA: CONCLUSIONI

Come accennato inizialmente, è ancora possibile dotarsi di un sistema monomarca di alta qualità e soddisfazione, ove ciascuno degli esemplari che lo compone riesce perfettamente ad eseguire il compito affidatogli senza zoppicare rispetto agli altri esponenti.

Nel presente caso abbiamo un sistema oggettivamente molto performante, il cui prezzo totale – quello street price che solitamente si riesce a spuntare dal negoziante dopo una trattativa più o meno impegnativa – potrebbe essere situato nei dintorni dei circa 4500 euro (ma anche meno in dipendenza di particolari situazioni di mercato) non poco ma nemmeno troppo, almeno per un sistema di questa caratura ed in considerazione del fatto che non sempre a costi maggiori corrispondono prestazioni più elevate.

Se siamo riusciti ad incuriosirvi – cosa che si spera fortemente – andatevi a leggere le specifiche complete dei prodotti sul sito della casa.

Non solo, alla luce di prestazioni e costruzione generali – oggettivamente di alto profilo – la somma necessaria per entrare in possesso di questo sistema dev’essere giudicata finanche conveniente, ed a tal proposito è sufficiente guardarsi intorno per rendersene conto.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

 

 

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