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Ci risiamo: in Italia la pirateria informatica va sempre a gonfie vele

pirateria informatica

Chi sperava che le piattaforme streaming avrebbero rallentato la pirateria informatica si sbagliava, tanto che in Italia più di 6 persone su 10 continuano a scaricare illegalmente

Con l’avvento delle piattaforme streaming per i contenuti audio e video in molti pensavano (e speravano) che la pirateria informatica avrebbe subito un duro colpo. Dopotutto, perché sbattersi con Torrent e altri metodi illeciti quando con una spesa mensile alla portata di (quasi) tutti si possono avere tantissimi contenuti in modo legale?

Certo, è un discorso che vale più per la musica che non per film e serie TV (ancor meno per videogiochi e software), anche perché, se guardiamo il versante video, per avere davvero tutto quello che offre il mercato in streaming, l’abbonamento mensile a tre o quattro piattaforme inizia a farsi proibitivo per molti.

Un recente sondaggio di Time2Play, condotto il mese scorso intervistando 1.120 italiani con un’età media tra i 18 e i 33 anni, evidenzia come la pirateria informatica nel nostro Paese sia tutt’altro che tramontata e cerca di capire se ciò dipenda da un fattore puramente economico o se invece ci siano anche ragioni sociali-culturali dietro questa voglia di “piratare” che l’Italia conosce bene.


Alla domanda “scaricate file attraverso i torrent oppure guardate serie tv e film in streaming su siti illegali”, il 63,8% dei rispondenti ha risposto in modo affermativo e di seguito riportiamo i motivi.

  • Il 62,6% ha risposto “ciò che amo guardare non è disponibile sulle piattaforme di streaming a pagamento”
  • Il 16,2% ha ammesso di “non poter pagare” alcuna piattaforma streaming ufficiale
  • Secondo l’11,6% “la qualità dei servizi streaming non vale l’abbonamento mensile”
  • Il 9,6% ha indicato “altre ragioni” per cui sceglie di scaricare file o guardare streaming illegale

Tra queste “altre ragioni” spiccano:

  • Contenuti dislocati su troppe piattaforme
  • Non guardo abbastanza film e serie tv per abbonarmi, o giustificare un abbonamento
  • Pago tre abbonamenti ma non trovo quello che cerco
  • Non voglio pagare se posso non farlo
  • Voglio serie TV e film salvati in backup

Quest’ultimo punto rileva in effetti un punto debole delle piattaforme in streaming, ovvero la volatilità dei cataloghi online (film e serie TV non rimangono infatti in catalogo per sempre). Molti intervistati dichiarano infatti preferiscono scaricare film, serie tv e musica illegalmente per poterli salvare sui loro hard disk e avere una sorta di collezione privata di loro gusto.

Interessanti anche i motivi sociali e culturali che stanno dietro alla decisione di piratare contenuti. Dal sondaggio emerge infatti che:

  • Il 74,9% ha dichiarato “perché pagare per qualcosa che posso avere gratis?”
  • Il 71,1% sceglie la pirateria a causa del “reddito basso”
  • L’8,8% ha indicato come motivazione il cliché “in fondo, agli italiani piace rubare”
  • Il 6,6% lo fa per “andare contro le regole”
  • Per il 2,4% la pirateria “è divertente”

Infine, uno sguardo ai contenuti piratati.

  • Il 44,2% degli intervistati usa programmi senza licenza sul proprio PC
  • Il 37,7% scarica musica e film
  • Il 25,3% guarda canali tv online su siti non ufficiali
  • Il 4,1% scarica ebook, articoli scientifici, libri in pdf oppure libri universitari coperti da copyright

Dal sondaggio di Time2Play emerge insomma un quadro che, nonostante l’avvento dello streaming, sembra uscito da una ricerca di inizi 2000. Ancora oggi infatti vale l’idea del “perché pagare quando posso avere tutto gratis?” e 6 rispondenti su 10 che ammettono di scaricare illegalmente materiali coperti da copyright non sono pochi. Bisogna però anche considerare il range di età coinvolto nel sondaggio. Siamo certi che intervistando anche fasce di età superiori (dai 33 ai 60 anni per esempio) la percentuale di pirati informatici si sarebbe abbassata notevolmente.

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