L’Hi-Fi costa troppo, non è pensato per le normali abitazioni dei comuni mortali e via dicendo. Di affermazioni come queste se ne sentono, a volte a ragione, ogni giorno. Poi con la collaborazione del distributore Tecnofuturo, un giorno ti arriva a casa un amplificatore Mission, il 778X per la precisione e ti rendi conto che quanto sopra è acqua passata.
La Mission che conosciamo oggi, è stata fondata nel lontano 1977, dal geniale Farad Azima, un uomo caratterizzato da una intelligenza sicuramente fuori dal comune che fu anche il fondatore di Cyrus Electronics e fornì diversi brevetti tecnologici a molte aziende di settore. Oggi Mission, fa parte dello IAG Group assieme ad altri brand storici dell’alta fedeltà come Luxman, Audiolab, Wharfedale e Leak, giusto per citarne qualcuno.
Mission ed il suo elevato rapporto qualità prezzo
Mission realizza prodotti dall’elevato rapporto qualità prezzo, almeno per quello che abbiamo provato fino ad ora. Questo parametro da sempre fa discutere, in quanto si potrebbe cadere nella soggettività di ciascuno di noi, quindi proviamo a contestualizzare i prodotti che abbiamo testati fino ad oggi del brand Mission: il 778X, un amplificatore integrato slim con DAC, Bluetooth ed ingresso phono integrati e ed il sistema LX Connect, la giusta via di mezzo per chi vuole una soluzione pronta all’uso di buona qualità, facile e poco ingombrante. Nel primo caso il rapporto qualità prezzo è decisamente elevato per l’appassionato di musica che vuole un oggetto performante, completo sia dal punto di vista analogico che digitale e che con un piccolo sacrificio, non impatterà più di tanto sul suo stipendio da insegnante, commesso e via dicendo, nel momento in cui vorrà farsi un regalo. Nel secondo caso, ci troviamo sempre di fronte ad un oggetto dall’ottimo rapporto qualità prezzo, pensato per il giovane che vuole utilizzare la sua TV o la sua consolle per divertirsi a 360 gradi con i suoi device preferiti e magari vanta un credito nei confronti dei suoi genitori per quella promozione tanto sudata, o per quel traguardo che tutti aspettavano.
Mission 778x: il ritorno di una vecchia gloria
Il Mission 778 fu presentato circa 40 anni fa, erano gli anni in cui i giovani si incontravano nelle case per ascoltare i loro vinili preferiti. Erano anche gli anni in cui i produttori si sfidavano a suon di amplificatori che costavano il giusto e davano tanto. Erano gli anni dell’Audiolab 8000, del NAD 3020, del Musical Fidelity A1 e di tanti altri. I giovani all’epoca non ascoltavano musica dai telefonini, bensì dagli amplificatori, ma ora basta con questa paternale e torniamo a noi. Senza tanti giri di parole, quello che spesso incide tantissimo a livello di costi su un amplificatore sono il cabinet e l’alimentazione.
Per far suonare bene un amplificatore, specie di fascia economica, sono sufficienti poche cose ma fatte bene e l’alimentazione è una di queste. Il Mission 778X è in grado di erogare una potenza di 45 watt su 8ohm, un dato sicuramente non da impianto live ma coniugato da un trasformatore toroidale a basso rumore ed una capacità di filtraggio di 30.000 uF, che gli permette di tenere a bada anche diffusori non proprio semplici. La sezione digitale può contare su un ESS ES9018K2M ad alte prestazioni, con architettura HyperStream a 32 bit di ESS Technology e Time Domain Jitter Eliminator ed è in grado di riprodurre file fino a 384kHz in PCM e DSD 256. Per chi cerca una connettività per il proprio device mobile, si può sfruttare il Bluetooth 5.0 che supporta i codec APTX e AAC. Presente anche un ingresso Phono MM ed una connessione per le cuffie.
Il tutto in un formato dalle dimensioni contenute e da un prezzo decisamente competitivo, parliamo infatti di 699 Euro. A proposito di prezzo una doverosa considerazione prima di chiudere, molti brand ultimamente stanno effettuando operazioni di revamping di vecchie glorie dellla golden age dell’alta fedeltà, molti proponendole in edizioni limitate, con componentistiche selezionate ed altro. Mission col 778X ha voluto si riproporre una vecchia gloria del passato, aggiungendo i moderni ritrovati tecnologici (vedi DAC e Bluetooth) mantenendo però un prezzo coerente con quello del vecchio Mission 778 degli anni Ottanta. Il problema di questo amplificatore? forse costa troppo poco per quello che offre. Per maggiori informazioni su dove ascoltarlo potete consultare questo link. Vi ricordo infine che qui è disponibile la nostra recensione.
Mission LX Connect l’Hi-Fi ai tempi di YouTube
I tempi cambiano e con essi cambiano le esigenze delle persone, per questo sistemi come il Mission LX Connect potrebbero essere la soluzione ideale per un primo approccio al mondo dell’alta fedeltà. Cari negozianti, se volte un ricambio generazionale nell’Hi-Fi sistemi come questo sono un buon modo per fare il grande salto dal telefonino con speaker Bluetooth ad un sistema qualitativamente superiore ma altrettanto facile. Si tratta di una coppia di diffusori da stand ed un hub centrale, la caratteristica innovativa di questo sistema è che Mission per la prima volta utilizza una connettività true wireless, quindi senza fili sparsi per casa. I diffusori altro non sono che gli ottimi Mission LX-2 MKII con all’interno un amplificatore da 60 Watt per ciascun diffusore.
L’ LX Connect Hub offre tutto quello che serve ad un moderno HUB di collegamento, quindi non poteva mancare una HDMI per connettere la nostra TV, ma al contempo potreste collegare anche un giradischi con prephono incorporato o perchè no, un bell’RTR che vi riporti ai tempi in cui facevate gli speaker radiofonici. Un mix tra digitale e analogico insomma dove il dac ESS Sabre32 ES9018K2M vi consentirà di riprodurre file ad alto bitrate, senza dimenticarsi dei vostri figli che potranno connettersi tramite il Bluetooth. Molto bello il display OLED e molto comodo il telecomando in dotazione. Insomma un sistema completo, realmente wireless, in grado di offrirvi un esempio di British sound ad un prezzo di listino di 1.299 Euro. Se volete sapere come suona questo sistema, qui trovate la nostra prova. A questo link trovate l’elenco dei rivenditori autorizzati.
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