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Il sabato con Diego. Time passages: l’inevitabile invecchiamento dei componenti

L’affronto del tempo non risparmia nessuno, ed uno dei problemi che prima o poi l’appassionato si trova immancabilmente ad affrontare, è relativo all’invecchiamento dei componenti, soprattutto quello delle sospensioni degli altoparlanti, notoriamente le più sensibili al degrado.

Chi milita in questa passione da lungo tempo, avrà certamente avuto a che fare con una sospensione sgretolata, uno dei principali problemi che affliggono i driver di un diffusore, almeno quelli realizzati in foam ovvero in schiuma di polietilene espanso – un polimero la cui resistenza nel tempo non appare tra le migliori.

Tanto problematica da essere stata progressivamente sostituita con altri materiali – sebbene sempre polimerici – come la gomma butilica oppure nitrilica, assai meno prone a disgregarsi nel tempo.

Dettaglio di un driver ProaC: membrana in fibra di carbonio e sospensione in gomma, assai difficilmente avremo problemi

 

Chimicamente parlando, infatti, il maggiore problema dei polimeri è la robustezza del legame molecolare nel tempo, qualcosa che giornalmente viene intaccata dalla luce, o meglio dal contenuto ultravioletto di questa, una lunghezza d’onda la cui energia ha un impatto fortemente negativo su questo materiale.


Progressi ne sono stati fatti, soprattutto proteggendo le sospensioni mediante dei filtri atti a schermare dalla radiazione UV il materiale impedendone per quanto possibile la corruzione.

In effetti le sospensioni odierne – almeno quelle presenti sui pochi altoparlanti che ancora ne fanno uso – risultano assai meno prone allo sbriciolamento vantando una durata notevolmente più lunga; in ogni caso esiste da tempo in commercio una sorta di protezione liquida trasparente – in sostanza un filtro anti UV – da applicare sulle sospensioni più anziane mediante un pennellino.

PVC in granuli

 

In ogni caso, sebbene la durata sia più lunga, prima o poi il problema si presenterà, è proprio della natura di questo materiale.

Sospensioni in tela impregnata caratteristiche dell’ambito professionale – chissà perché – non presentano affatto questo problema, ragione per la quale non è difficile imbattersi in esemplari con parecchi anni di lavoro sulle spalle senza la minima criticità relativamente alle sospensioni.

La classica sospensione in tela corrugata di un altoparlante di derivazione PRO: robusta ed affidabile nel tempo

 

Attenzione quindi a strani rumori provenienti dai diffusori – sbuffi o spernacchiamenti dovuti al passaggio di aria non più trattenuta dalla sospensione, soprattutto in un diffusore sigillato – o ad improvvisi aumenti della distorsione in bassa frequenza, segno eloquente della mancata gestione del movimento della membrana da parte della sospensione.

Chiaramente non si sottraggono all’invecchiamento nemmeno i componenti elettronici, soprattutto a causa del calore che sono costretti a gestire durante il funzionamento dell’apparecchio, un aspetto questo che in determinati casi – maggiormente laddove il layout circuitale non sia stato attentamente studiato – può provocare un precoce deterioramento dell’elettronica.

I crossover presenti nei diffusori sembrano meno afflitti da questo fenomeno, pertanto, tranne che non si manifestino evidenti problemi all’ascolto – come l’improvvisa scomparsa o attenuazione di qualche frequenza, oppure la sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto, squilibri timbrici o altro – sarebbe il caso di evitare sostituzioni “a prescindere” dei componenti del filtro, che rammento non essere stati scelti a caso, una modifica che potrebbe anche comportare alterazioni sonore importanti, soprattutto ove il cambio sia relativo ai condensatori, ancora di più ove questi siano del tipo plastico.

Con riferimento ai sistemi di amplificazione – che mediamente parlando possono anche funzionare perfettamente dopo lunghissimi periodi di tempo – nei sistemi valvolari è fin troppo frequentata la pratica del tube rollingleggete l’interessante articolo a suo tempo pubblicato – ovvero la sostituzione dei dispositivi forniti di serie con altri ritenuti di qualità superiore.

Non sempre però questo migliora necessariamente  la situazione, anzi, talvolta la peggiora, soprattutto se chi ha progettato il dispositivo ha già selezionato i tubi in modo opportuno dopo lunghi ed accurati test di ascolto.

Ma è noto che in rete è pieno di eccellenti ingegneri audio sempre disposti a migliorare il lavoro altrui.

Allo stesso modo, la cinghia del giradischi che utilizza questo tipo di trazione – tra l’altro uno dei maggiormente diffusi – è un altro dei punti sensibili all’invecchiamento, se non altro a causa del suo essere “sempre in tiro” al fine di trasmettere la rotazione del motore al piatto, uno stress meccanico inevitabile che alla lunga può portare all’indebolimento del coefficiente elastico.

Motori a trazione diretta? Non pervenuti, tranne situazioni limite – Technics docet – difficilmente un motore DD si usura al punto da divenire inservibile.

E i cavi di interconnessione? Subiscono anch’essi l’affronto del trascorrere del tempo? Possono deteriorarsi al punto da dover essere sostituiti con nuovi esemplari?

In tutta onestà – stando almeno alla mia esperienza e tranne che non abbiano subito chissà quali stress elettromeccanici – dei buoni cavi dotati di altrettanto buoni connettori è assai difficile che possano dare problemi, se non altro per la scarsa propensione ad essere maneggiati; solitamente li si installa al loro posto e li si dimentica velocemente, fatto salvo che non siate i tipi che ciclicamente li sostituiscono alla ricerca del Sacro Graal, ma anche in quel caso problemi difficilmente ne sorgono.

Soluzioni ne abbiamo? Non è semplice fornire una risposta univoca, diciamo che una scelta oculata fin dall’inizio può mettere al riparo da inconvenienti futuri, attenzione quindi alla qualità di ciò che acquistate.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

 

 

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