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IVA: finita la pacchia. Stop ai furbetti dello shopping online

L’acquisto online di beni provenienti da Paesi extra-UE sta per cambiare per sempre. D’ora in poi anche gli acquisti inferiori ai 22€ subiranno l’applicazione dell’IVA. Cosa succederà agli oneri di sdoganamento?

L’abitudine sempre più diffusa di acquistare da store online come AliExpress o Wish è in procinto di cambiare per sempre. In realtà il cambiamento non riguarda solo le spedizioni provenienti dalla Cina o dell’Asia in generale, ma da qualsiasi nazione fuori dell’Unione Europea (quindi anche anche il Regno Unito).

L’IVA verrà applicata anche agli oggetti più economici. Ma questo cosa significa per i nostri acquisti di tutti i giorni?

La risposta non è ancora del tutto chiara, ma possiamo sicuramente formulare delle ipotesi. La certezza è che l’IVA dovrà essere pagata su tutti i beni importati, anche sugli oggetti di valore inferiore ai 22€ soglia fino a ieri tax free libera (e ipotizziamo abusata…), e non è raro per gli appassionati di Hi-Fi o di tecnologia in generale di dover fare acquisti di pochi euro. Ci riferiamo per esempio all’acquisto di cavi, adattatori particolari ma anche JoyPad secondari per cui non vogliamo spendere una fortuna. Tutti accessori non fondamentali per cui siamo disposti ad aspettare anche 2/3 settimane pur di riceverli ad un prezzo decisamente più basso rispetto al mercato europeo.

Immaginate ora che per ognuno di questi cavi o adattatori da pochi euro ci venga chiesto di pagare, oltre all’IVA (che teoricamente verrà applicata in automatico in fase di acquisto), anche 5/6€ di oneri di sdoganamento. In questo caso la convenienza dell’operazione verrebbe a mancare completamente. Ci troveremo dunque costretti a virare su soluzione alternative, che variano dai grandi e-commerce (come Amazon o Mediaworld per fare due esempi) ai piccoli negozi locali. Ma se la situazione diventerà realmente questa il risparmio a cui siamo abituati sarà difficilmente replicabile. 


Da dove è nata questa rivoluzione?

Il primo passo verso la nuova convenzione è partito lo scorso 15 marzo 2021 e riguarda l’introduzione di un nuovo sistema di sdoganamento adottato dall’UE, chiamato ICS2 (Import Control System 2). Si tratta di un sistema centralizzato europeo e completamente digitale. L’obiettivo primario è quello di avere maggior controllo su cosa transita verso e attraverso l’Unione Europa (a cui si aggiungono Svizzera e Norvegia). La transizione per adottare questo nuovo standard avverrà in maniera graduale. Inizialmente riguarderà solo merci con spedizioni aeree espresse ma entro marzo 2024 ogni tipo di trasporto sarà coperto da questo nuovo sistema.

Entriamo nei dettagli dell’operazione: addio al VAT de-minimis e alle descrizioni fasulle degli oggetti.

La differenza maggiore rispetto ad oggi riguarderà il modo in cui la merce spedita dovrà essere descritta. Non saranno più accettate definizioni come Samples, Parts o Gifts, a cui oggi rispondono la stragrande maggioranza delle piccole spedizioni provenienti dalla Cina. Le descrizioni dovranno infatti essere estremamente esplicite e precise, e ogni prodotto dovrà essere accompagnato dal proprio codice HS, che ne indica la categoria di appartenenza.

Il secondo grande cambiamento è invece appena entrato in vigore. A partire dal primo luglio 2021 è stato definitivamente abolito il VAT de-minimis, ovvero quella deroga che sostanzialmente rendeva i beni inferiori a 22€ esenti da IVA. Ora dunque tutti i beni importati, a prescindere dal loro valore, dovranno essere spediti con dichiarazione doganale e saranno soggetti al 22% di IVA. Questi beni rimaranno comunque esenti dai dazi doganali, che si attivano superato un valore totale della merce di 150€. Ancora non è chiara, come descritto prima, la situazione relativa agli oneri di sdoganamento che ogni corriere chiederà ai propri clienti.

 

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