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Revox A77 : quando un mito non finisce di stupire

Vi ricordate di Luca Maria Olgiati, il professore dei Revox… Ne ha combinata un’altra!

Revox A77. Che il super esperto degli apparecchi di registrazione fosse un mago nel restauro delle macchine Revox è ben risaputo, come ho potuto constatare di persona (https://www.afdigitale.it/la-rinascita-di-un-revox-a77-mk-iv-hs/) ma che ora si sia spinto addirittura a perfezionare quella che a suo dire è ” la migliore” mi ha stupito. Badate bene, l’approccio di Luca Maria Olgiati è sempre rispettoso della macchina originale ed infatti la sua operazione è perfettamente compatibile e reversibile. Si tratta infatti di sostituire le varie schede elettroniche inserite a pettine nella parte bassa dell’apparecchio con quelle nuove realizzate con componenti aggiornati e migliorati in un lavoro congiunto  con MicroSound Technology.

In tal modo è possibile conservare la macchina originale e, volendo, ritornare senza problemi ai suoi componenti. Per la sua operazione di perfezionamento si è avvalso di una delle macchine della sua collezione, neppure particolarmente performante: si tratta infatti di un Revox A77 9,5/19 cm/sec., quindi neppure ad alta velocità. Ebbene, con la nuova componentistica elettronica è riuscito a spremere tutta la potenzialità di un semplice nastro LPR-35 come mai fatto prima. Per la sua operazione di perfezionamento Luca Maria Olgiati ha ricevuto anche il placet del papà dei Revox, ovvero l’ingegner Guido Besimo, di cui è grande amico. Durante l’evento di presentazione svoltosi presso lo studio Majandi di Cremona, esperto di elettroacustica e costruttore di diffusori  hifi, si sono potuti apprezzare i frutti del lavoro svolto con un un impianto composto da un pre Microsound XSP 11 del progettista Carlo Colombo, evoluzione del modello presentato a EVA Expo a Milano e da diffusori attivi costruiti dall’ingegner Gianpiero Majandi. Tali diffusori sono  realizzati appositamente sulla base dei parametri rilevati a casa del cliente e sono per così dire “accordati” sull’ambiente ove verranno posizionati. Tanto delle elettroniche che dei diffusori ne riparlerò sicuramente in futuro perchè mi hanno favorevolmente impressionato.

Quello che colpisce ad un primo ascolto è senza dubbio il silenzio. Il rapporto segnale rumore è incredibile alla velocità di soli 19 cm/sec. ; sembra che ci sia un sistema di riduzione del rumore tipo Dolby ma in realtà non c’è! L’ascolto di vari brani, sia di musica classica che di jazz, svela un’ottima  dinamica e una musicalità ariosa , con un notevole senso di tridimensionalità e presenza.


In sostanza ci si dimentica che la riproduzione provenga da un nastro magnetico; ci si siede ad ascoltare e basta.

E’ prevista la partecipazione al prossimo Milano HI End che si svolgerà il 12 e 13 novembre, dove ci si potrà rendere conto direttamente del livello qualitativo  raggiunto da un Revox A77 del 1970 dopo le migliorie apportate.

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