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Quota 3000: un budget ideale

L’acquisto di un sistema ad alta fedeltà prevede alcune regole, tra cui quella di stabilire un budget, inevitabilmente. Fatto ciò, un’altra regola vuole che questo sia percentualmente suddiviso in relazione ai componenti, ove alla sorgente – che riveste un ruolo di primaria importanza – andrebbe destinata una cifra piuttosto consistente, usualmente più elevata di quelle riservate ad amplificazione e diffusori.

 

LA SUDDIVISIONE DELLA SPESA IN UN SISTEMA HI-FI

La storia è nota da parecchio tempo, allorquando qualcuno si rese conto che la sorgente rappresentava “la nascita del segnale” e che per questo motivo non poteva essere troppo economica, anzi di più: a budget stabilito la percentuale da destinare alla sorgente poteva raggiungere anche il 50%.

In tutta onestà non sono molto d’accordo con questa teoria, e questo per un motivo alquanto evidente: se quello che la sorgente di segnale non riesce ad estrarre dal supporto – analogico oppure digitale ovviamente non ha alcuna importanza – andrà perso per sempre, è pur vero che i componenti che seguono non potranno trattare al meglio il segnale inviatogli laddove la loro qualità non sia (almeno) pari al componente che precede.


Relativamente al concetto di “miglioramento” del segnale ricevuto umilmente taccio.

Quindi, disporre di una sorgente eccezionale non è affatto sinonimo di risultato sonoro necessariamente eccellente, poiché il collo di bottiglia della riproduzione potrebbe essere rappresentato dall’amplificatore oppure – come già trattato in questo interessante articolo – risiedere nell’anello finale della catena audio, vale a dire nei diffusori.

L’esperienza mi ha insegnato che seppure sia possibile allestire sistemi ben suonanti senza necessariamente svenarsi, è altrettanto vero che solitamente per ottenere ottimi risultati occorre comunque agire con un certo criterio, ovvero tentare di bilanciare il budget a disposizione in maniera da ottimizzare la spesa in relazione al componente che si intende acquistare.

In molti dei nostri articoli abbiamo preso in esame componenti che a costi accettabili offrono prestazioni di tutto rispetto – d’altronde sapete bene che il rapporto Q/P è un fattore da tenere bene a mente al momento dell’acquisto, se non altro al fine di far fruttare al meglio possibile l’investimento – ed in molti casi (ad esempio qui) abbiamo visto che davvero è possibile allestire impianti degni di nota senza accendere un mutuo.

In questo articolo abbiamo deciso di prendere in considerazione una cifra che consenta di formare un sistema ad alta fedeltà – quella propriamente concreta – che sebbene non bassa in assoluto, sia rappresentativa di quello che sarebbe un budget mediamente accettabile al fine di comporre un sistema stereo ben più che soddisfacente.

Ed a partire da questa cifra – in ossequio al criterio dell’omogeneità dei costi – è stato ideato un sistema (liberamente componibile) che darà soddisfazione certa a chi dovesse acquistarlo.

IL SISTEMA

Un impianto di un certo impegno era da noi già stato preso in considerazione in questo articolo, si trattava di un monomarca MAGNAT, bello e performante. E siccome ci piace elargire ulteriori consigli per gli (eventuali) acquisti, abbiamo deciso di proporre un altro insieme basato su componenti di altrettanta sicura qualità.

Per non fare torto a nessuno si è deciso di puntare l’attenzione sia sul digitale che sull’analogico, ragione per cui all’eccellente giradischi a marchio PROJECT X2 – trazione a cinghia ed equipaggiato di fonorivelatore PICK IT 2M Silver (una ORTOFON custom in sostanza) – si accompagna l’ottimo lettore digitale MUSICAL FIDELITY M2 SCD caratterizzato da un suono morbido e poco digitale.

Il notevole giradischi PROJECT X2: qualità certa al giusto costo

 

Nota per coloro attenti all’arredo: la suddetta cinematica, oltre che in nero laccato, è disponibile anche nella versione laccata in bianco, davvero elegante, caratteristica questa che non mancherà di farvi fare un figurone in occasione di visite di parenti ed amici, e non solo per l’ottimo suono esibito dal sistema.

Il lettore digitale Musical Fidelity M2 SCD nella livrea argento

Circa l’amplificazione, seppure già consigliata a suo tempo, abbiamo opzionato due validissimi esemplari la cui dotazione è realmente più che completa: parliamo del poderoso integrato teutonico MAGNAT MA-900 – qui testato da noi – e dell’altrettanto performante ADVANCE PARIS A10 Classic – anch’esso preso in considerazione in questo articolo.

L’integrato MAGNAT MA-900: design lineare ed eleganza indiscutibili

 

Entrambi vantano soluzioni circuitali piuttosto simili, seppure non siano esattamente identici – potete leggere qui relativamente alle differenze che li caratterizzano – e vantano medesima potenza, ovvero 130/200 watt rispettivamente su 8/4 ohm con notevoli picchi di corrente, aspetto che consente il pilotaggio di qualsiasi diffusore si decida di abbinare.

In ogni caso, si tratta di due esponenti dell’amplificazione integrata cui non manca di certo la prestanza per adempiere alla funzione di motore di un sistema ad alta fedeltà di pregio, i quali, forti dell’elevata potenza disponibile  e della ricca dotazione di bordo – controlli di tono, loudness, stadio fono MM ed MC, DAC, Bluetooth, stadio di preamplificazione a valvole ECC81 selezionate, etc. – non avranno alcun problema nella gestione di un sistema anche complesso.

ma900
L’integrato ADVANCE PARIS A10 CLASSIC: anche in questo caso il design non si discute, la nera livrea lo rende davvero elegante

 

A proposito di diffusori, la scelta è caduta sulle ELTAX PWR 1959, dotate di un corposo woofer da 15″, e non è affatto un caso, data la prestanza dell’amplificazione – sebbene esistano diffusori di minori dimensioni altrettanto validi – per questo sistema ci è sembrato giusto scegliere elettroacustiche altrettanto robuste.

I diffusori ELTAX PWR 1959: il richiamo al periodo d’oro dell’alta fedeltà è più che evidente

 

Rimangono i cavi, accessori che per rapporto Q/P riteniamo opportuno scegliere dal catalogo AUDIOQUEST, ma ciascuno può fare come crede rivolgendosi ad altre aziende.

L’intento era quello di proporre un sistema che fosse realmente ad alta fedeltà – ovvero non prevedesse un’eccessiva riduzione in scala degli strumenti – potente, potenzialmente definitivo (almeno per molti) e concretamente in grado di dare soddisfazione all’ascolto emozionando sia per qualità che per quantità, due aspetti sovente in contrasto tra loro.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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